La nuova Statale 106, nel tratto Sibari-Roseto, per buona pace di tutti – o quasi – si farà. A “rassicurare” le popolazioni ioniche e non da ultimo il popolo a 5 stelle sibarita, che aveva sollevato un forte disappunto contro le perplessità dei parlamentari ionici rispetto all’utilità dell’opera, è stato il senatore cosentino Nicola Morra.

Il decano pentastellato calabrese - intervenuto a Crosia ad una convention dai toni abbastanza accesi, organizzata per promuovere la candidatura del giovane Davide Tavernise alla corsa per le regionali 2019 - sul destino di quei 38km di strada che dovrebbero collegare la Piana di Sibari alla Basilicata e al resto del Paese, è stato chiarissimo, ancora più chiaro del Ministro alle Infrastrutture, Danilo Toninelli.


«L’opera – ha detto Morra – al 99,99% si dovrà fare su quel tracciato che è stato già progettato, tant’è che il Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE) ha approvato, poco prima delle elezioni del 4 marzo, l’ultima fase della progettazione esecutiva. È stato fatto tutto in fretta e furia – ha evidenziato il senatore – per evitare che magari chi arrivava, non essendo d’accordo, bloccasse tutto. Dunque – ha chiarito Morra – margini per bloccare l’iter non ce ne sono. O così – ha chiosato - o Pomì».


Insomma, a breve – stando al cronoprogramma dei lavori – dovrebbero essere aperti i cantieri ed entro i prossimi 10 anni la nuova strada dovrebbe venire alla luce. Anche se il Governo Conte e i deputati “post grillini” del territorio ionico ne avrebbero fatto volentieri a meno. Per una serie di motivi chiariti, ancora, dallo stesso Morra.

Punto primo. «L’impresa Astaldi sta per implodere»

Da quanto affermato da Morra a Crosia, l’impresa Astaldi, appaltatrice dell’opera del Terzo megalotto, si troverebbe in una fase prossima al collasso finanziario. «Se ciò accadesse il progetto del raddoppio della Sibari-Roseto sarebbe a serio rischio o comunque vedrebbe tempi di realizzazione più lunghi».

Punto secondo. «Il Terzo Megalotto sarà un raccordo autostradale tra la SS106 e la A2»

Morra nella sua arringa a difesa delle posizioni, sicuramente coraggiose ma evidentemente poco popolari, assunte dal Movimento rispetto all’opera, ha utilizzato anche un po’ di politichese. Quell’opera «non si sarebbe dovuta fare» perché «isolerà il restante territorio ionico», quello compreso – per intenderci – tra Sibari e Catanzaro. Ed il motivo, nella visione pentastellata, sta tutto nell’ottica del traffico veicolare. «Una volta attivato questo nuovo canale stradale – ha detto Morra - nessuno passerà più dalla ionica e questo perché l’asse viario sarà spostato per intero sulla direttrice autostradale».

«Un’opera esosa e praticamente inutile»

Certo, ma questo se l’opera di ammodernamento si fermerà alla Sibari-Roseto. E Morra sostiene che così sarà. In quanto «in realtà il terzo megalotto – ha detto – non è un’opera di messa in sicurezza, bensì un raccordo autostradale tra la la A2 e la SS106 lucano-pugliese, dove si riverserà tutto il traffico commerciale del versante adriatico». Quindi, l’opera che a breve dovrebbe iniziare a prendere forma, a conti fatti, risulterebbe «esosa e praticamente inutile»

Ma il Governo Lega-5 Stelle potrebbe lavorare sul finanziamento dei Megalotti 8 e 9 (Sibari-Crotone)

«Non c’è in programma – ha rimarcato inoltre il senatore - nessun progetto esecutivo per i restanti megalotti 8 e 9 (quelli sulla Sibari-Crotone, ndr) e dunque questa opera è destinata a creare una sacca di isolamento nella Calabria Est». Ed è proprio su questo, però, che le associazioni delle vittime, i partiti politici, i movimenti civici e la stessa base 5 stelle, fanno leva oggi; affinché il Governo Conte trovi le risorse e attui al più presto il programma esecutivo di ammodernamento e messa in sicurezza della Sibari-Crotone, creando proprio sul territorio dove sorgeva l’antica Sybaris lo snodo stradale più strategico del meridione a ridosso di quella terza città della Calabria (Corigliano-Rossano) che con la fusione non solo ha avviato un processo amministrativo rivoluzionario quanto esprime, oggi, ben 4 parlamentari di governo.

«Vigileremo sui lavori affinché la ‘ndrangheta ne resti fuori»

Integerrima la posizione di Morra sul controllo dei lavori, così che la criminalità organizzata rimanga fuori dai cantieri e non metta le mani sui soldi destinati all’opera. «Noi vorremmo controllare tutto – ha detto il senatore pentastellato – con scrupolo, affinché nessun appalto e, soprattutto, nessun sub-appalto finisca in mani non pulite. È inevitabile l’interesse delle cosche su un lavoro che costa così tanti soldi. Sono soldi degli italiani e proverei non soltanto rabbia ma anche vergogna a sapere che – ha concluso - soldi pubblici vanno a finanziare la ‘ndrangheta».

Nel merito dell'iniziativa tenutasi a Crosia, riceviamo e pubblichiamo una nota del senatore Nicola Morra. «La mia presenza all'evento - scrive - non è stata funzionale alla promozione della candidatura politica alle prossime regionali in calabria del consigliere Tavernise.  Quanto dichiarato è errato poiché il motivo della mia partecipazione all'evento era volto a far chiarezza sulle dinamiche relative al progetto sul terzo Megalotto 106 nonché di discussione sulle problematiche riguardanti la Sibaritide (Jonio). Aggiungo che i candidati alle prossime regionali verranno votati online com'è stabilito dalle regole del Movimento 5 Stelle. Alla luce di quanto ho appena premesso e per una corretta informazione in rispetto degli utenti Le chiedo pertanto di procedere alla rettifica di quanto erroneamente dichiarato». 

Fin qui Morra. Aggiungiamo, per dovuta chiarezza , che in occasione della manifestazione è giunto invito pubblico da parte del consigliere Tavernise a partecipare all'incontro e proprio nell'invito, l'interessato, ha ribadito testualmente: "Ti aspetto oggi alle 18 al palateatro. Comunicherò la mia candidatura alla regione Calabria". Tanto dovuto per ristabilire la verità e dare puntuale riscontro ai nostri lettori.