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Una autocandidatura quella della Lanzetta, che sente di aver vinto la sua partita contro l'assessore De Gaetano, dimissionario dopo il coinvolgimento nell'inchiesta Erga Omnes sulle spese dei gruppi nel Consiglio regionale dell'era SCopelliti. Nell'intervista al Corriere della Sera, la Lanzetta rivendica la sua scelta, il suo no alla proposta di Oliverio, ma si dice pronta a tornare sui suoi passi ora che il governatore ha deciso di varare una giunta tutta nuova, e di alto profilo.
"Ancora non si è capito perchè Oliverio ha scelto di nominare assessori già indagati ben sapendo di rischiare la fine della sua giunta - ha dichiarato la Lanzetta - il no? Parlai prima con Renzi e poi con Delrio il giorno dopo aver saputo della nomina di De Gaetano. Dissi che non sarei entrata nella giunta e che avrei mantenuto la parola data sulle dimissioni da ministro".
"Non mi sono pentita - aggiunge - ci furono critiche feroci e insulti. Non da parte di Oliverio, ma dai suoi compagni. Potrei rispondere con il detto di Gandhi: Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi combattono, poi vinci".
"Le dimissioni di Oliverio? Finora ha vissuto e operato come Aspettando Godot, più o meno per le stesse motivazioni la Polverini si è dimessa - concluse - Oliverio dice che sono fatti avvenuti anni prima: decida secondo coscienza. Il ritorno in politica? Se me lo chiedesserop si, a certe condizioni mi piacerebbe tornare".