Mercoledì 21 luglio in piazza Montecitorio la manifestazione dei comitati e dei movimenti che lottano per una equa distribuzione del Piano nazionale di ripartenza e resilienza. I senatori De Bonis e De Falco: «L'Italia riparte se riparte tutta»
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«L'Italia riparte se riparte tutta. L'Italia cresce se cresce il Sud. Per riequilibrare il sistema bisogna unire le forze. Per questo abbiamo voluto una manifestazione congiunta. Ci ritroveremo tutti insieme mercoledì 21 luglio davanti a Montecitorio per far sentire la nostra voce sul Pnrr e sulla Politica agricola comune (Pac)». Lo rendono noto in un comunicato congiunto i senatori Saverio De Bonis e Gregorio De Falco, il Movimento 24 Agosto per l'Equità Territoriale, la rete dei sindaci 'Recovery Sud', le sedi regionali di Liberi Agricoltori di Puglia, Basilicata, Calabria, Campania Sicilia e Sardegna.
Alla manifestazione del 21 luglio alle ore 15 in piazza Montecitorio parteciperà anche l'Esecutivo nazionale comitati per il ritiro di ogni autonomia differenziata, per l'Unità della Repubblica e l'Uguaglianza dei Diritti.
«Per il Sud - si legge nella nota - sarebbe stata prevista, in base ai criteri di riparto del regolamento della Ue, una quota pari al 70% dei fondi del Recovery. Ma il piano del governo assegna direttamente al Meridione solo 35 milioni di euro, mentre altri 47 saranno messi a gara in ambito nazionale, con bandi che metteranno in competizione le amministrazioni di tutto il paese. Rischia di pesare a svantaggio del Sud il criterio della spesa storica che favorisce le aree più avanzate del paese, compromettendo la ripresa equilibrata ed effettiva del paese. Quanto alla Pac - continuano i promotori dell'organizzazione - negli ultimi trent'anni abbiamo assistito a un progressivo taglio degli aiuti agricoli diretti e quindi alla marginalizzazione degli agricoltori. Con l'ultima programmazione (2021-2027), il taglio per l'Italia sarà del 15%, ossia 6,2 miliardi in meno. Ciò peserà soprattutto sulle aziende agricole e le comunità rurali del Mezzogiorno. Ma l'Europa non esiste senza l'agricoltura, e l'agricoltura muore se muore la Pac. E a farne le spese saranno i consumatori, in termini di qualità e salubrità».