La gestione potrebbe passare ai Comuni, con oltre 600mila percettori abili al lavoro che rischiano di perdere il sussidio. Sul tavolo del Consiglio dei ministri in programma questo pomeriggio anche 15 miliardi di euro in aiuti da destinare alle famiglie per contrastare il caro-bollette (ASCOLTA L'AUDIO)
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Una sorta di manovra straordinaria da circa 21 miliardi di euro, 15 dei quali destinati a famiglie e imprese per contrastare il caro bollette. È questo il nocciolo del Consiglio dei ministri che si terrà nel pomeriggio, con Giorgia Meloni di ritorno da Bruxelles, primo appuntamento internazionale della premier che ieri ha incontrato i vertici della Commissione e del Parlamento europeo.
Caro bollette
Attese anche modifiche al superbonus e al reddito di cittadinanza. Le misure sono contenute nella Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza (Nadef).
Il testo in queste ore è ancora al vaglio del Mef per le ultime revisioni. A rendere il quadro meno fosco contribuisce la crescita inaspettata del Pil, che nell’ultimo trimestre ha confermato la fase espansiva dell’economia italiana, aumentando per il settimo trimestre consecutivo, con una stima provvisoria dell'Istat di + 0,5% rispetto ai tre mesi precedenti.
Il governo dovrebbe destinare il 75% delle risorse a disposizione per aiuti contro il caro bollette. Il 25% invece dovrebbe essere distribuito sui capitoli fisco e pensioni, a partire da flat tax e rivalutazioni.
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La modifica del reddito di cittadinanza
Ma, come accennato, sul tavolo c’è anche la modifica del reddito di cittadinanza, un tema fortemente connotato politicamente, con il centrodestra che ha sempre sostenuto la necessità di rivoluzionare il provvedimento di bandiera del Movimento 5 stelle. L’abolizione tout court, pure ventilata da qualcuno in campagna elettorale, è esclusa, ma le modifiche potrebbero essere sostanziali. L’ipotesi al momento più accreditata riguarda l’esclusione dell’Inps dalla gestione del reddito di cittadinanza, che potrebbe passare ai Comuni per giungere gradualmente a una erogazione riservata soltanto ai soggetti fragili e agli indigenti che non possono lavorare. Sospensione o addirittura soppressione del sussidio, invece, per circa 660mila beneficiari abili al lavoro, che verrebbero affidati ai Centri per l'impiego perché siano al più presto inseriti nel programma Gol (Garanzia di occupabilità dei lavoratori) del Pnrr, un piano da 4,4 miliardi di euro che ha l’obiettivo di riqualificare i servizi di politica attiva del lavoro. In parole semplici, trovare un’occupazione a chi non ce l’ha.
Un Consiglio dei ministri molto delicato, quindi, a cui la Cittadella guarda anche per l’attesa proroga al 31 dicembre 2022 del Decreto Calabria, che consentirebbe alla Regione di finire la ricognizione del debito della Sanità, così come auspicato dal presidente Roberto Occhiuto.