L'Assemblea durata circa quattro ore si è conclusa con il rinvio delle designazioni. La minoranza non ci sta ma si divide: Pd e de Magistris presidente chiedono un segno di discontinuità, Bruni però si astiene
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Si è concluso dopo circa quattro ore di dibattito il Consiglio regionale che si è congedato, come da prassi, rinviando le nomine di competenza dell’Assemblea - una settantina in tutto - “negli organi di amministrazione attiva, consultiva e di controllo della Regione, nonché degli enti anche economici, e delle aziende da essa dipendenti”, l’indicazione di tre membri nel Corecom e le tredici componenti della Commissione pari opportunità. Senza dimenticare l’elezione delle autorità Garanti quali il Difensore civico, il Garante per l’infanzia e l’adolescenza, il Garante della Salute e il Garante regionale dei detenuti.
Una scelta, quella di seguire la prassi che vuole l’incombenza affidata al presidente del Consiglio che ha fatto mettere di traverso le opposizioni. Ma non tutte. Visto che nella votazione finale ad astenersi è stata Amalia Bruni.
Il rinvio è stato chiesto dal capogruppo di Forza Italia, Giovanni Arruzzolo, trovando la fiera ostilità del democrat Raffaele Mammoliti. Per lui «è tempo che la prassi lasci il passo a un ritorno all’antico che dia al Consiglio regionale l’opportunità di nominare le personalità occorrenti in base al merito e alla competenza».
Ad avvalorare la tesi ci ha poi pensato Antonio Lo Schiavo (deMa): «Viviamo un momento in cui bisogna dare un segno di rottura e noi, in queste nomine su cui c’è la tensione della Regione intera, perché tutti sono interessati a capire come avvengono le designazioni, vogliamo dare seguito anche a quello che va dicendo da mesi il presidente Occhiuto. Dobbiamo essere coerenti fino in fondo». La partita del gruppo de Magistris presidente è però doppia. La questione infatti riapre una ferita all’interno delle opposizioni visto che proprio loro sono gli unici a essere stati estromessi dall’Ufficio di presidenza quando ad inizio legislatura Pd e M5s hanno fatto la voce grossa dividendosi i posti che contano. «Senza votare neanche questo provvedimento siamo totalmente tagliati fuori da ogni scelta – la denuncia di Lo Schiavo – e queste nomine saranno viste come un accordo non alla luce del sole. E non è un segnale di cambiamento».
A tenere dritta la barra della maggioranza ci prova ancora Arruzzolo: «Non c’è alcuna spartizione di fatto, ma solo ipotesi e le quote che vanno alla minoranza ve le discutete tra voi. La maggioranza decide cosa fare, quando lo sarete voi deciderete di cambiare la prassi».
A chiudere il botta e risposta ci ha pensato il presidente Filippo Mancuso che avverte il rischio di un errato messaggio che può filtrare all’esterno che gli farebbe recitare la parte del “burattinaio”: «Sia chiara una cosa, non sarò io a decidere le nomine. Se ci sarà la possibilità di delegarle al presidente, come da prassi, lo si farà, altrimenti no e torneremo in aula». Ovviamente tutto fa supporre che si seguirà la prassi. L’opposizione, ognuna con le proprie motivazioni ha provato a infiammare il dibattito mettendo in difficoltà la maggioranza sul piano più squisitamente etico. Ma si sa, la prassi… è prassi.
Tre mozioni all’unanimità
Prima di arrivare al rompete le righe il Consiglio ha approvato a maggioranza le “Modifica alla legge regionale 20 aprile 2022, n. 10 (Organizzazione dei servizi pubblici locali dell’ambiente)” inserendo Lamezia e Corigliano Rossano tra le città che entreranno di diritto nel Consiglio direttivo d’ambito; e l’indizione del referendum consultivo con cui si demanda ai cittadini residenti nella frazione di Campora San Giovanni (del Comune di Amantea) e nel comune di Serra d’Aiello la modifica dei confini territoriali dei due comuni della provincia di Cosenza.
In più sono state inserite e votate all’unanimità tre mozioni. Si tratta della mozione che esprime ferma condanna rispetto agli atti vandalici e le violenze che hanno caratterizzato la vita delle ultime settimane del comprensorio della Sibaritide, proposta da Amalia Bruni; quella relativa all’annunciata cancellazione da parte di Trenitalia dei convogli sulla linea tra Cosenza e Reggio Calabria, dal 13 giugno prossimo, proposta da Davide Tavernise (M5s); e quella concernente la crisi del settore ittico calabrese derivante dal caro gasolio proposta da Pasqualina Straface (FI).