L’inchiesta Alibante porta cambiamenti nell’amministrazione comunale. Il gruppo capeggiato da Fernanda Gigliotti rimette il mandato mentre Armando Motta chiede a chi è coinvolto di abbandonare il ruolo istituzionale
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Lascia gli scranni del Consiglio comunale la minoranza di Nocera Terinese. Con una pec la compagine spiega che «la colpevole e sconsiderata mancata assunzione di responsabilità del sindaco Albi che ancora oggi non ha preso alcuna posizione in merito alla gravità del quadro probatorio circa le infiltrazioni mafiose nel nostro comune ci impongono un atto di forte responsabilità dimettendoci irrevocabilmente».
«Lo scioglimento per mafia sarà inevitabile ma non sarà nel nostro nome», concludono Fernanda Gigliotti, già sindaco di Nocera, Vittorio Matteo Macchione, Gianluca Filandro e Saverio Russo. Iniziano a formarsi le prime crepe in seno all’amministrazione di Nocera in seguito all’inchiesta Alibante.
Il presidente del Consiglio: «Chi è coinvolto si dimetta»
Ad invitare alle dimissioni è anche il presidente del consiglio Armando Motta, il quale sottolinea di essere «da mesi in rotta di collisione con la maggioranza in consiglio comunale. I primi scontri sono iniziati già qualche mese dopo la vittoria elettorale e hanno riguardato scelte politico amministrative che non ho ritenuto di avallare, e che hanno condotto la mia persona ad un progressivo isolamento politico e personale da parte di quasi tutta la coalizione di maggioranza che governa il Comune di Nocera».
«Pensavo e continuo a pensare che ogni atto e azione politico-amministrativa dovesse essere informato ad una rigida azione sul terreno della trasparenza e della legalità, al contrario di ciò, ho dovuto constatare che tale mio intendimento ha provocato progressivamente delle reazioni politiche che sono sfociate fino alla richiesta di dimissioni – spiega Motta - formalizzate in un documento di maggioranza nel corso di un convulso consiglio comunale».
«La responsabilità politica e istituzionale nei confronti della cittadinanza ha fatto sì che personalmente non mi piegassi a questa forzatura, nonostante l’amarezza personale per l’evolversi delle vicende giudiziarie e nonostante il mio precario stato di salute (noto a tutti) in cui versavo. Oggi siamo giunti all’epilogo di una storia annunciata – continua - che avevo paventato e per la quale avevo più volte messo in guardia il sindaco e le persone a lui più politicamente vicine».
«In questo senso, ragionevolezza e responsabilità politica avrebbero voluto che anche il vice sindaco presentasse le dimissioni nell’immediatezza dei fatti giudiziari che sono rimbalzati alle cronache locali e nazionali. Allo stesso modo penso che le dimissioni vadano chieste all’altro consigliere comunale coinvolto. Questa la strada maestra per tentare di evitare a Nocera l’onta dello scioglimento per infiltrazione mafiosa. Ciò non è accaduto e ne prendiamo atto amaramente, non solo nella mia qualità istituzionale, ma anche - conclude - come semplice cittadino nocerese».