Piccole correnti crescono. Le dinamiche tipiche dei partiti tradizionali sono ormai all’ordine del giorno nel Movimento 5 stelle, dove la guerra tra fazioni ha raggiunto nell’ultimo anno, quello del primo e secondo governo “parastellato”, un’evidenza che non può più essere celata sotto parole di circostanza. I nervi sono tutti scoperti. E fanno male, sia a livello nazionale che regionale.
Ieri, nel corso dell’ultima puntata di Perfidia - la trasmissione di Antonella Grippo in onda tutti i venerdì su LaC Tv - il deputato 5s Riccardo Tucci non ha risparmiato bordate di dissenso nei confronti della sua conterranea vibonese e collega parlamentare Dalila Nesci, disapprovando la sua aspirazione a candidarsi alla presidenza della Calabria, ipotesi già sonoramente bocciata da Di Maio.
«Personalmente non ho nulla contro Dalila – ha premesso un po’ pleonasticamente Tucci – ma la risposta del capo politico alla sua ambizione è stata chiara e la considero sufficiente».
Il cuore politico di Tucci batte per un altro potenziale candidato, l’imprenditore Pippo Callipo, le cui quotazioni sono però in flessione dopo che nella partita sono entrati anche i nomi del medico ambientalista Ferdinando Laghi e Giuseppe Gualtieri. «Non ho fatto io il nome dell’ex prefetto di Vibo», ha detto Tucci, che non ha nascosto di tifare per il re del tonno: «Callipo alla presidenza della Regione lo vedo bene».

 

Nelle stesse ore, al fianco della Nesci si è schierata, invece, l’ex ministra Giulia Grillo, “calabrese” di adozione, almeno per quanto riguarda la grana del dossier Calabria quando ha guidato il dicastero della Salute, guerreggiando senza esclusione di colpi con il governatore Mario Oliverio. Grillo si è aggregata all’altra ex ministra, Barbara Lezzi, che aveva speso parole di aperto sostegno nei confronti della deputata di Tropea, affermando che «siamo tutti abbastanza intelligenti per capire che, avendo derogato per Giancarlo Cancelleri, non esiste più nessuna regola che impedisca a Dalila di candidarsi». Il riferimento è all’ex vicepresidente assemblea regionale siciliana, oggi viceministro ai Trasporti “in deroga”, appunto, alla regola del Movimento che impedirebbe di abbandonare in corsa un ruolo elettivo prima della scadenza del mandato.
«Condivido assolutamente ciò che ha detto Barbara - ha dichiarato Giulia Grillo ai microfoni di Sky Tg 24, tirando acqua al mulino della Nesci -. Abbiamo già derogato alla regola che vieta il passaggio da un mandato all’altro. La regola è stata superata e la condivido soprattutto per una Regione particolare come la Calabria che ho potuto conoscere in questo mio mandato parlamentare». Immancabile poi il riferimento alla sua nemesi, il governatore Oliverio: «Purtroppo appena me ne sono andata io il ministro Speranza ha ritenuto di dover incontrare il Presidente della Regione contro ogni mia valutazione. Anche per questo dico No ad un accordo con il Pd».

 

Il nodo che sembra inestricabile è, infatti, quello dell’alleanza anche in Calabria con i democrat: «L’accordo col Pd non passerà di certo da noi - ha confermato Tucci durante Perfidia -. Abbiamo detto a Di Maio che non vogliamo fare intese col Pd vecchio stampo. Sul resto siamo aperti a ciò che lui ha intenzione di fare anche sulla base delle scelte nazionali». Anche all’interno di quello che sembra in apparenza un fronte compatto, cioè il No al Pd, ci sono dunque posizioni meno intransigenti di altre e più disponibili ad assecondare la linea già adottata dal Movimento in Umbria.
Le tensioni tra correnti contrapposte sono destinate ad acuirsi oggi e domani durante la festa nazionale dei Cinquestelle, in svolgimento a Napoli, convention alla quale Giulia Grillo ha fatto sapere che non parteciperà: «Non credo ci sia da qualcosa festeggiare. Molti cittadini fanno fatica a riconoscersi nel Movimento e io con loro».
Parole che Tucci dagli schermi di LaC ha commentato con sarcasmo: «Non verrà? Che si goda il weekend altrove».