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Foto Mauro Scrobogna /LaPresse 16-01-2013 Roma Politica Rai - trasmissione porta a porta Nella foto: Angelino Alfano Photo Mauro Scrobogna /LaPresse 16-01-2013 Rome Politics Rai - porta a porta tv show - In the picture: Angelino Alfano
Bocche cucite in attesa degli eventi. Il Nuovo Centrodestra calabrese aspetta di capire meglio gli sviluppi della crisi innescata dalle dimissioni di Renzi, prima di prendere ogni decisione. Anche quelle più dirompenti che, di certo, non possono essere escluse.
Il malumore nei confronti del leader Angelino Alfano è evidente su ogni territorio. I big, da Gentile a Bilardi a Piero Aiello passando per tutto il gruppo dei consiglieri regionali, non ha gradito l’appiattimento dell’attuale ministro degli Esteri nei confronti dell’azione dell’ex premier e leader del Partito Democratico. Se ne è avuta la plastica dimostrazione in occasione della visita di Alfano durante la campagna elettorale per il referendum. L’allora ministro dell’Interno ha fatto tappa a Reggio allo studio del senatore D’Ascola in compagnia della sola deputata Rosanna Scopelliti. All’appuntamento non si sono presentati né il coordinatore regionale del partito, né gli altri parlamentari e nessuno tra consiglieri regionali e comunali.
Un segno tangibile di malessere. Dopo il risultato elettorale, la situazione è assai peggiorata. Il drappello dei calabresi non ha per nulla gradito l’uscita di Alfano durante la trasmissione televisiva “Porta a Porta” di Bruno Vespa, in cui ha chiesto elezioni immediate per offrire sponda a Renzi.
Con Ncd ridotto ai minimi termini e nessuna azione di riorganizzazione del partito in atto come si potrebbe affrontare un appuntamento elettorale? La domanda che è serpeggiata tra i big del partito che in Calabria ha, o ha avuto, una delle sue roccaforti più significative. Basti pensare che lungo l’asse Gentile, Bilardi, Aiello si è costruito un movimento che ha superato l’8% alle regionali del 2014 riuscendo ad eleggere tre consiglieri regionali (Arruzzolo, Esposito e Pino Gentile). Un movimento che, secondo i suoi maggiorenti, adesso non può sparire per le decisioni del suo leader nazionale che avrebbe smesso di confrontarsi con i territori.
Ed allora sono alla studio le possibili strategie future. Naturalmente molto dipenderà dalla durata del governo Gentiloni e dal tipo di riforma della legge elettorale. Tutti calcoli che, soprattutto a Cosenza, sono cominciati già da qualche tempo e che, però, sono ancora pieni di incognite.
Né va trascurata la circostanza che vede Tonino Gentile, coordinatore regionale del partito, ancora in attesa di capire se gli sarà confermato l’incarico di sottosegretario o se sarà promosso alla carica di viceministro al Ministero dello Sviluppo economico, così come pure si è più volte ventilato.
Si è in attesa di capire, insomma, di stabilire innanzitutto la linea da tenere nei confronti del governo Gentiloni e del Pd di Renzi. Il che potrebbe avere effetto anche in ottica regionale dove Ncd vorrebbe altri trattamenti dal governo Oliverio, come dimostrano le sempre più fitte stilettate che Bilardi e Gentile stanno infliggendo al governatore, soprattutto in tema di sanità.
Si dovesse andare verso un affievolimento dei rapporti, anche per sopravvivere e non farsi annettere così come parrebbe aver voglia di fare Alfano, l’exit strategy sarebbe unica: svernare nuovamente verso il centrodestra e, con tutta probabilità, verso una Forza Italia vogliosa di rimpolpare gli organici. Quando Gentiloni chiuderà la squadra con viceministri e sottosegretari si avrà qualche tassello in più.
Riccardo Tripepi