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La riunione del PD alla fine si è tenuta e si è conclusa senza sangue e senza sancire “pax”, anzi, questo modo di definire lo stato dei rapporti nel PD deve essere bandito, almeno secondo quanto in sostanza ha affermato Marco Minniti. E’ netto Minniti: “il nostro obiettivo non è l’unità ma usare l’unità per cambiare la Calabria”. Un’affermazione quella di Marco Minniti che in un colpo solo fa piazza pulita di tutte le versioni retrosceniste che lo dipingevano impegnato a minare la stabilità del governo Oliverio. La riunione iniziata alle 17.00 proprio per dare la possibilità a Minniti di partecipare, è stata aperta da una relazione di Magorno, il quale, ha teso spiegare che la dialettica all’interno del PD è il sintomo dell’ansia per l’attuazione del cambiamento, e ancora, « il PD non è la stampella della Giunta Oliverio ma bensì il garante del processo di cambiamento contro le lobby e i potentati». Subito dopo è lo stesso Mario Oliverio ad intervenire, il quale, in lunga relazione ha messo sul tavolo della discussione tutti gli argomenti spinosi che in qualche modo sono stati oggetto della dialettica con alcuni consiglieri regionali e, in particolare, con Carlo Guccione. Proprio a tante delle polemiche sollevate da Guccione, il Presidente Oliverio, senza tuttavia mai citarlo, ha risposto affrontando e rispondendo a tutte le questioni poste dal consigliere regionale cosentino. Un fiume in piena il Presidente della Regione: difesa del suolo, sviluppo, rapporto con il Governo e, soprattutto, il problema della riorganizzazione della regione, sono stati i punti sui quali Oliverio ha concentrando i suoi intervento. E proprio su quest’ultimo punto, Oliverio è stato chiaro: “la rotazione e il rinnovamento dei dirigenti e dei dipartimenti ha bisogno dei tempi tecnici necessari a evitare contenziosi che finirebbero per allungare ancor di più quel processo di riorganizzazione che tutti stanno aspettando”. In conclusione del suo intervento Oliverio ha poi chiesto a tutti di intervenire e pronunciarsi. In molti si aspettavano l’intervento di Carlo Guccione, il quale, invece, per motivi personali aveva abbandonato la riunione già prima della chiusura dell’intervento del Presidente della regione.
Ad un certo punto è proprio Marco Minniti a intervenire per invitare tutti a rompere il ghiaccio e chiedere di pronunciarsi sulle questioni poste. Affermando: “in questa riunione non esiste il silenzio assenso”. Quello che è apparso è che, Minniti, abbia chiesto a tutti di pronunciarsi sulle questioni, anche per rompere il giochetto delle veline e contro veline sulla stampa, come per esempio, la vicenda di una presunta “sfiducia al capogruppo Sebi Romeo”. All’appello di Minniti risponde la parlamentare Enza Bruno Bossio che ha posto l’accento sulle questioni del mezzogiorno rispetto all’agenda del governo. La Bruno Bossio nel suo intervento, nonostante, la soddisfazione per i risultati riguardo la vicenda degli LSU, la mozione su Trasporti, ha avvertito: “siamo ancora lontani dall’affermazione di una vera politica per il mezzogiorno” -e riferisce di uno scontro all’interno della stessa minoranza del PD sulla linea da seguire nella discussione sulla legge di stabilità- "ciò per i tanti pregiudizi ancora presenti quando si parla di Sud e di Calabria" concludendo il suo intervento la Bruno Bossio ha chiesto unità vera al gruppo dirigente calabrese, al di la di minoranza e renziani, sui contenuti e sulle proposte con le quali stare nella discussione sul Mezzogiorno.
Alla fine, a concludere è lo stesso Minniti, il quale, non ha eluso nessuno dei problemi emersi. “Il PD ha bisogno di unità per perseguire l’obiettivo del cambiamento della Calabria, non abbiamo bisogno di tregue, anzi, alla tregua è preferibile il conflitto perché è sempre ricco di vivacità” –ha tuonato- “non pax nel pd, ma patto politico per cambiare la Calabria”.
Minniti poi afferma che bisogna siglare il “Patto per Calabria” con il Governo e propone simbolicamente la data del 23 novembre per siglare il patto. Inoltre, annuncia la partecipazione di Cantone ad una iniziativa in Calabria con Mario Oliverio anche per testimoniare che, la vicenda della inibizione alle nomine del Presidente della regione, è solo un fatto un tecnico in relazione ad una vicenda, e non una presa di distanza etico-morale.
Un intervento forte quello di Marco Minniti che, di fatto, blinda l’esperienza di governo di Mario Oliverio e lo pone al riparo anche dall’aggressione mediatica che tenta da mesi di dipingere l’esperienza della giunta regionale guidata da Mario Oliverio, isolata dal governo Nazionale e osteggiata dallo stesso Minnniti. Minniti infine ribadisce la sua condivisione della giunta tecnica varata a metà luglio dal Presidente della regione e invita a completare sul piano politico la struttura legislativa dell’assemblea regionale, completando la struttura delle commissioni consiliari. Minniti ha poi dato la sua disponibilità a una riunione di tutta la maggioranza che sostiene il governo regionale accogliendo di fatto il disagio emerso da esponenti dell’area di maggioranza.