L’assessore regionale alle Politiche sociali è stata eletta al Senato e dovrà lasciare la Cittadella: «Il nuovo nome? Bisognerà discuterne con Fratelli d'Italia». Sulla priorità nazionale non ha dubbi: «Affrontare il caro energia prima che vada per aria il Paese»
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«Siederò in Senato con l’emozione e la consapevolezza di avere una grande responsabilità, quella di lavorare per la gente della mia terra, ma anche con la certezza di non essere sola». Con queste parole, subito dopo i risultati del 25 settembre, Tilde Minasi aveva brindato alla sua elezione nel collegio uninominale del Senato. Adesso è pronta per quell'avventura politica che nei mesi passati aveva solo sfiorato, decidendo comunque di restare in Regione nonostante potesse entrare in senato come prima dei non eletti per il decesso di un parlamentare della Lega.
I numeri risicati della Lega hanno rappresentato una delle sorprese della tornata elettorale. Potevate fare di più?
«Avere portato a casa tre parlamentari non è un risultato da poco. Certo non era quello sperato, anche se noi abbiamo mantenuto nonostante il risultato nazionale che è dovuto all'ingresso nel governo Draghi. Forse le persone non hanno percepito che quella è stata una scelta di grande responsabilità da parte di Salvini, perché era un momento delicato: era più giusto stare dentro al governo per poter vigilare e cercare di portare a casa qualche risultato, com'è stato. Abbiamo bloccato il catasto, fatto molto per la fiscalità quindi essere stati dentro ha portato benefici. Gridare e stare all'opposizione porta più consensi nel momento in cui le persone vivono un grande disagio e questo ci ha penalizzati. Abbiamo tutti gli strumenti per ripartire anche a livello regionale. Ripartiamo, mi auguro con una struttura di partito più incisiva, perché sul territorio è mancata».
Cosa ne pensa di Salvini al Viminale?
«Credo che Salvini è stato un ottimo ministro dell'Interno e quindi è giusto che lui ritorni a farlo. Con la Lamorgese non abbiamo visto risultati. Invece bisogna tornare a parlare di sicurezza perché ci sono dei territori che vanno tutelati. Anche quello dell'immigrazione non è un problema di poco conto. Tanto più sui nostri territori con gli sbarchi che arrivano. Quando c'era Salvini gli sbarchi si erano ridotti. Non perché siamo razzisti, come qualcuno dice, ma perché chiediamo delle regole per l'immigrazione. Le persone che sbarcano sul nostro territorio sono qui o perché arrivano da una guerra o perché vengono a lavorare. È anche vero che quando si accoglie bisogna farlo in maniera dignitosa. Tutti facciamo falso buonismo al momento dell'accoglienza ma nessuno si indigna per come queste persone vengono trattate nei centri d'accoglienza. È chiaro che si abbrutiscono e diventano violenti sui territori».
Si fanno già i primi nomi per la sua successione all'assessorato regionale: è giusto che sia una donna a prendere il suo posto?
«Mi dispiace moltissimo lasciare questo assessorato e io spero che ci possa essere un nuovo assessore che si rapporti con me anche per continuare il percorso che avevo intrapreso, che riguarda anche tutta la riforma del welfare. Per quanto riguarda nomi non li conosco e non posso farli. Sicuramente è necessario mantenere gli equilibri in giunta. Bisognerà discutere con Fratelli d'Italia. Ci penserà Salvini (magari confrontandosi con noi) a colloquiare con la Meloni e poi a decidere il nome».
Porterà avanti la battaglia sulle tendopoli?
«Non è una battaglia. È stato già fatto tutto. Sebbene nessuno dia valore all'impegno che ci abbiamo messo. C'è già la delibera, ci sono i fondi che serviranno a costruire il villaggio ecosolidale a Gioia Tauro, abbiamo già avviato i lavori per la bonifica del territorio, che partirà a breve. Un'attività veloce, considerato che si tratta di prefabbricati. Abbiamo lavorato sul caporalato, confrontandoci con le aziende. Provvederemo a formare una cooperativa che gestirà il villaggio. Sarà un'azione completa per la tutela di queste persone che servono al nostro territorio e quindi per un'accoglienza dignitosa. Tutte le tendopoli sulla zona tirrenica saranno eliminate, da Rosarno a Taurianova, fino a quella indecorosa di San Ferdinando».
Per il territorio di sua competenza quali le priorità?
«Servirà occuparsi del problema delle bollette, prima che vada per aria il Paese. Ma poi credo che serva guardare al lavoro e garantire sul nostro territorio la possibilità ai ragazzi di crearsi un futuro ed evitare che vadano altrove. Stiamo rimanendo un Paese senza risorse giovani. Nella programmazione dei fondi comunitari mi ero preoccupata di formazione e inserimento lavorativo. E poi bisogna agire per la riforma fiscale, dare una mano ai cittadini perché oggi non è possibile avere questa pressione così alta. A ciò si sommano i problemi del territorio: infrastrutture e viabilità, statale 106, ma per prima cosa serve far ripartire il Paese. Soluzioni subito per essere autonomi e non dover sottostare alle pressioni del caro bollette. Ovviamente lavorare, se non alla pace fiscale, a una rottamazione. Oggi la gente non sa come andare avanti. Si deve dare la possibilità di azzerare i debiti fatti perché non si ha la possibilità di pagare per ripartire».