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A Palazzo Campanella il gruppo dirigente del partito reggino si è riunito per procedere all’insediamento dei Comitati per il “no”.
A moderare i lavori il capogruppo del partito in Consiglio regionale Alessandro Nicolò. Al suo fianco il senatore e vice coordinatore calabrese di Fi Antonio Caridi, l’ex parlamentare Nino Foti, il capogruppo della Cdl Francesco Cannizzaro e una rappresentanza dei consiglieri comunali azzurri.
“Non è solo una battaglia politica. Vogliamo salvaguardare la nostra Costituzione, da quella che 56 costituzionalisti hanno definito una deforma. Anche il metodo adottato per la sua approvazione – ha spiegato Alessandro Nicolò - da un governo abusivo, non legittimato dal voto popolare, imponendo di fatto al Parlamento una legge a colpi di maggioranza, non ci sembra condivisibile. Renzi ha voluto politicizzare il referendum: o si approva tutto o niente, seppure noi qualche quesito avremmo potuto valutarlo positivamente. Si tratta di forme democratiche che non rispecchiano la nostra formazione culturale e il nostro modo di intendere la politica”.
Il senatore Antonio Caridi ha spiegato come l’iniziativa sia stata concordata con il partito nazionale e con il coordinamento regionale. “Si tratta di un indirizzo nazionale che abbiamo concordato con Brunetta e con Occhiuto. In ogni Comune spiegheremo perché votare no a questa riforma. Una riforma pasticciata che non guarda agli interessi dei cittadini. Renzi, da segretario nazionale di un partito e mai eletto dai cittadini va ad occupare il posto da premier da abusivo e poi minaccia la gente che se vota no lui si dimetterà. Vogliamo che vada a casa e con lui anche il presidente Oliverio che si è schierato per il sì”. Caridi, inoltre, parte dal referendum per lanciare la corsa per il centrodestra verso la riconquista delle posizioni di governo. “Torneremo presto a governare questa città e questa Regione. Basta guardare alle poche azioni messe in campo da questa giunta. Una giunta di tecnici assente dal territorio, sconosciuta ai cittadini e che mortifica il ruolo del Consiglio regionale”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il consigliere della Cdl Francesco Cannizzaro: “Questa non è una riforma, ma soltanto un gioco di potere messo in campo dal premier Renzi e dal ministro Boschi”. Mentre per Nino Foti, si tratta di una legge non condivisibile perché approvata da un governo illegittimo e perché “assai confusa, non consente effettivi risparmi e non riesce a snellire il procedimento di approvazione delle leggi, nonostante l’eliminazione del bicameralismo perfetto”.
Riccardo Tripepi