Sono in pieno svolgimento le manovre elettorali a Cosenza. E non è per nulla vero, se mai qualcuno lo avesse dato per scontato, che il Nuovo Centrodestra dei fratelli Gentile sarà alleato del Pse. Il rischio che Enzo Paolini possa essere abbandonato dagli alfaniani è sempre alto e lo ha dimostrato anche l’assemblea organizzata dai dem cosentini. Se da un lato Lucio Presta ha provato a esercitarsi con il dialetto cosentino per rendere sempre più radicata la sua candidatura scherzando con militanti ed elettori, dall’altro è stato il segretario regionale Ernesto Magorno a rimettere in ordine i termini della questione alleanze, lanciando un vero e proprio appello agli alfaniani.
Magorno ha cercato di rilanciare l’opportunità dell’allargamento della coalizione all’Ncd, richiamando “una chiara analogia tra le ragioni che inducono la formazione degli alfaniani a sostenere il Governo nazionale del premier Renzi, che del Pd è anche segretario nazionale, e quelle che dovrebbero spingere l’Ncd a sostenere Presta che per Cosenza intende realizzare la stessa azione programmatica promossa dal premier: un progetto che sta portando l’Italia a cambiare volto con una serie di riforme che nessun governo prima era riuscito a realizzare, traghettando il Paese verso l’atteso cambiamento e rilancio sociale ed economico”.
Considerazioni che il segretario ha diffuso anche via facebook beccandosi anche qualche commento polemico su “una grande ammucchiata in stile Dc”.


In ogni caso l’obiettivo del Pd a questo punto è chiaro: le prossime giornate saranno tutte spese nel pressing ai Gentile e al loro bacino di voti. Gli alfaniani, del resto, hanno già fiutato l’aria e stanno lavorando per alzare al massimo il prezzo dell’accordo. Se ne è avuta prova anche durante l’ultima seduta del Consiglio regionale in cui Ncd ha deciso di astenersi sul documento del Pd sulla sanità. Segnali precisi ai manovratori che dovranno adesso muoversi a tutto campo per chiudere il cerchio delle alleanze cosentine e non rischiare di far guadagnare terreno a Mario Occhiuto.

 


Riccardo Tripepi