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In occasione della conclusione dell’undicesimo anno della Scuola di Dottrina Sociale della Chiesa promossa dalla Diocesi di Lamezia Terme, con un incontro, incentrato sull’Evangelii Gaudium di Papa Francesco e le spinte per costruire un economia a misura di uomo, a servizio del bene comune, che si svolgerà sabato e al quale parteciperanno il Vescovo Mons. Luigi Cantafora e il direttore dell’ufficio diocesano per i problemi sociali e il lavoro, il consigliere regionale Mario Magno ha effettuato il seguente intervento:
“La necessità di risolvere le cause strutturali della povertà non può attendere”. Credo che questa sia una delle chiavi di lettura della Evangelii Gaudium che più interroga il servizio che, come uomini impegnati in politica, prestiamo al bene comune.
Per questa ragione il tema della chiusura dell’XI anno della Scuola diocesana di Dottrina Sociale della Chiesa mi interroga direttamente e, insieme a me, ciascun esponente delle istituzioni.
In un territorio come il nostro, che lo Svimez impietosamente dipinge come strutturalmente in crisi, è necessario ritrovare le radici dello stare insieme nella comune dignità dell’uomo, di ciascun uomo, perché nessuno possa sentirsi oggetto di scarto di una società che intende l’economia esclusivamente come raggiungimento del profitto.
Come lo stesso Pontefice ci suggerisce, è quanto mai necessario ripensare a come concretamente il denaro, e in questo caso quello pubblico, debba essere impiegato per promuovere la crescita di ciascun uomo, dei poveri autentici, delle periferie che si sentono tagliate fuori dai grandi contesti urbani, ma anche le grandi povertà nascoste nelle città, la disoccupazione, il sostegno alle famiglie, ai malati, perché davvero possa “servire”, piuttosto che governare.
Ma bisogna anche avere il coraggio di scardinare vecchie logiche strutturali che impediscono alle aziende di superare gli steccati dell’individualismo, promuovere autentici processi di sussidiarietà perché nessuno si senta escluso o senta la cosa pubblica come mero controllore dell’esistenze e non già come motore della costruzione di una società più giusta e più equa.
Mi sento, pertanto, in dovere di ringraziare l’Ufficio per i Problemi Sociali e il Lavoro della Diocesi di Lamezia Terme perché continua, incessantemente, a sollecitare ciascuno di noi a ripensare il nostro impegno ed il nostro servizio a favore di una città che realizzi davvero il bene di ciascuno, l’autentico bene comune".