«La mia presenza è “affettiva”. Me lo ha chiesto Gianni Speranza che sostiene una lista che ha chiari orientamenti che fanno parte del mio sentire politico. Non ho la presunzione di spostare equilibri o voti». Così Mimmo Lucano a Lamezia per sostenere la candidatura a primo cittadino di Rosario Piccioni.

 

L’ex primo cittadino di Riace torna in città ad un anno di distanza dal bagno di folla a Sambiase quando la sua bufera giudiziaria era da poco iniziata. Oggi il ritorno in tutt’altro contesto, in una Lamezia agli sgoccioli del suo terzo scioglimento per infiltrazioni mafiose e ad una manciata di giorni dalle urne.

 

Il “sindaco dell’accoglienza” è stato introdotto dall’imprenditore Giuseppe Panarello e dal candidato al consiglio Salvatore D’Elia. Un discorso di cuore e pancia quello di Lucano in cui ha ripetuto più volte il suo affetto verso personaggi e nomi della città e raccontato anche il suo essere sindaco nel bene e nel male.

 

Da quel «senso di solitudine», al sentirsi spesso dire «chi te lo fa fare», fino alla soddisfazione di sentirsi vicino a tutti. Rifiuti, acqua e tributi i tre settori che dimostrano secondo Lucano da che parte sta un sindaco. «A Riace – ha ricordato – chi non aveva reddito non pagava l’acqua». Bisogna decidere se aiutare chi non ha nulla o chi ha tanto.

 

«Una lezione di vita e di semplicità» ha definito l’ex sindaco di Lamezia Terme Gianni Speranza lo stesso Mimmo Lucano. Poi la chiusura con il candidato del centrosinistra Rosario Piccioni: «Abbiamo voluto dare un segnale chiaro ai cittadini e agli elettori. Invitare Mimmo Lucano significa aprire le porte agli ultimi e alle persone in difficoltà. Spesso per false strumentalizzazioni si pensa che invitare Lucano significhi volere fare politiche di accoglienza sconfinata. Noi pensiamo che Lucano sia il simbolo di una politica che guarda all’essere umano».