Il primo cittadino a un anno dalla scadenza del suo mandato: «Esperienza faticosa ed entusiasmante. Anche la sinistra ha guardato con interesse al mio impegno»
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Tra un anno finirà la sua esperienza amministrativa alla guida del Comune di Locri. Ma per il sindaco Giovanni Calabrese il 2022 è già tempo di bilanci. Eletto per la prima volta nel 2013, concluderà il mandato tra 365 giorni. E guardando indietro vede il bicchiere mezzo pieno.
«È stata un’esperienza bellissima – afferma – faticosa ed entusiasmante, alla quale mi sono dedicato anima e corpo, una missione per la mia città, quella di vederla cambiare, crescere, migliorare sotto tutti i punti di vista. Dal 2013 non lo avrei potuto fare da solo, ma sono stato supportato da una squadra di amministratori straordinari, che ha avuto la conferma di un voto plebiscitario nel 2018, un segnale di maturità che i cittadini locresi hanno lanciato, perché hanno capito cosa stava accadendo. Oggi che ci avviamo alla fine – prosegue Calabrese - il bilancio per me è estremamente positivo. Sono stati raggiunti importanti risultati in tutti i settori della pubblica amministrazione, abbiamo investito in opere pubbliche, realizzato scuole e arterie stradali, siti culturali fondamentali per la nostra città. Ma anche portato avanti un segnale di contrasto alla criminalità organizzata con progetti dedicati ai giovani e abbracciando l’iniziativa di Libera. Locri è cambiata, passata da città dell’illegalità a città della legalità e punto di riferimento di tutto il comprensorio».
Cresciuto con una cultura politica di destra, Calabrese ha tuttavia sempre avuto un approccio pragmatico e mai ideologico ai problemi. «In politica bisogna avere serietà e competenza – rimarca il sindaco locrese - E questo dai cittadini viene molto apprezzato. Abbiamo trovato una città lasciata all’incuria e al degrado, non era facile raggiungere determinati obiettivi, ma mettendoci sacrificio e impegno ma soprattutto passione e cuore i risultati sono arrivati. Quello che è mancato da parte dell’opposizione è stata una maggiore sensibilità verso alcuni problemi, sicuramente per partito preso. Ecco perché nel 2018 una discreta fetta di elettorato della sinistra cittadina ha guardato con attenzione al mio impegno».
In nove anni non sono mancati grattacapi e momenti di tensione, dal funzionamento della macchina amministrativa comunale, alle battaglie per l’ospedale. «Il personale dell’ente non aveva capito il percorso di cambiamento. Attualmente in municipio lavorano 60 dipendenti, un numero esiguo per gestire una città come Locri. Siamo però riusciti a trovare la giusta intesa, e i servizi ai cittadini sono garantiti. L’Ospedale? Oggi si iniziano a vedere i primi risultati. Siamo solo al 10%, ma oggi il governatore Occhiuto ha le carte in regola per risolvere i problemi, ci sta mettendo la faccia facendo scelte importanti. Io non mollo e ci credo, ho un confronto costante con il presidente e l’assessore Orsomarso, e vedo che pian piano ci sono segnali di cambiamento. La risonanza magnetica adesso funziona, sono stati conclusi i concorsi per primari, c’è stato l’innesto di nuovi medici e di personale sanitario. Dobbiamo continuare a crederci. Occhiuto ha aperto al dialogo e questo ci dà speranza».
Quello che Calabrese non aveva messo in preventivo era il fuoco amico, con diversi pezzi da novanta della sua maggioranza consiliare che ad un certo punto un anno fa hanno deciso di lasciare la compagnia. «A volte ci sono incomprensioni e ambizioni diverse, anche diversità di vedute sul progetto politico. Mi è dispiaciuto molto non essere rimasti una squadra unita e coesa, ne avrei fatto volentieri a meno. Purtroppo è successo, e bisogna saperle accettare. Probabilmente con un pizzico di maturità in più e di egoismo in meno avremmo potuto evitare certe cose. Ad ogni modo si arriverà a termine di questo percorso».
Alle comunali 2023 il primo cittadino tuttavia non intende rinunciare. «Stiamo già lavorando ad un progetto politico di continuità, con l’idea è di non privare la città di un modus operandi che ha portato risultati importanti sotto gli occhi di tutti. Continuerò a lavorare per Locri e per la Locride. Farò delle valutazioni insieme a chi mi ha sostenuto in questo percorso e alla mia famiglia, che ho trascurato tanto in questi anni. Sarò al servizio del mio partito, come ho fatto per le regionali dove sono sceso in campo con una campagna elettorale tra la gente. E’ il modo di politica che mi piace di più. Le politiche? Se il partito me lo chiede, ci penserò, ma prima viene Locri. Oggi siamo davanti ad una svolta epocale. Ci sono tute le condizioni per invertire la rotta con le risorse del Pnrr, basta essere capaci di intercettarle e non sbagliare il modo di utilizzarle. Per cosa vorrei essere ricordato? Per essere stato un amministratore onesto, leale e corretto nei confronti della propria comunità, per aver portato avanti senza indugio e senza risparmiarmi un percorso di cambiamento».