Candidature come quelle di Wanda Ferro e Antonello Talerico vengono citate soltanto nell'ottica del danno che potrebbero arrecare a Valerio Donato impedendogli la vittoria al primo turno
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Molto strana questa competizione elettorale per le Amministrative 2022 di Catanzaro in cui si ragiona assai di più per sottrazione di voti e non invece per addizione come dovrebbe, di… norma, essere. Il “passatempo” preferito in cima ai Tre Colli, infatti, è ormai quello di azzeccare il pronostico su chi riuscirà a togliere più preferenze a un avversario. Anzi all’avversario per definizione nella fattispecie, l’aspirante sindaco Valerio Donato, sostenuto da un fronte ampio. Ma che in parecchi si chiedono se sufficiente a fargli chiudere i giochi già al primo turno, almeno con le liste, in modo da acquisire la maggioranza assoluta nella civica assise. C’è però si lo scoglio della soglia del 50% più uno dei voti validi da ottenere. Mica pochi, pure se si dispone del supporto di ben 10 liste, oltre 300 candidati al consiglio comunale, e tre partiti quali Lega, Forza Italia e Unione di Centro, solo fra i maggiori.
Ecco allora come nel capoluogo la candidatura autonoma last minute a primo cittadino della parlamentare cara a Giorgia Meloni, Wanda Ferro, lanciata come ovvio da Fratelli d’Italia, con peraltro accanto Coraggio Italia e il sindaco uscente Sergio Abramo, ha scatenato un vero e proprio tormentone. «Se Wanda è scesa in campo – si mormora ovunque – e dunque non lo aiuta più, Donato non può riuscirà a chiudere i conti il 12 giugno». Un ragionamento che si basa su un presupposto semplice. Che, al di là della sorte personale del prof, è appunto basato sull’erosione del consenso alla compagine donatiana da parte di Fdi. Mentre, semmai, si dovrebbe in modo più appropriato parlare di mancata somma di quella componente. Assunto che, in apparenza, potrebbe sembrare l’espressione dello stesso concetto spiegato in due modi diversi.
Niente di più sbagliato, tuttavia.Perché l’elettorato di Ferro, pur se Fdi avesse aderito alla proposta del professore ex tesserato Pd, non è affatto sicuro che avrebbe dato la propria preferenza in maniera compatta a un successore di Abramo di manifesta matrice comunista. Una scelta che per giunta sulla base della possibilità del cosiddetto voto disgiunto, con la conseguente possibilità per i cittadini di optare per un possibile consigliere di una parte e un ipotetico sindaco dell’altra, non era - lo si ribadisce - scontata. Molti, ad esempio, avrebbero forse potuto virare su un altro papabile primo cittadino con un grande e importante pezzo del centrodestra locale alle spalle: il giovane ma agguerrito Antonello Talerico.
Tutte supposizioni, chiaro. Ma esattamente come quella di un Donato ormai impossibilitato a spuntarla fra quindici giorni circa per la presenza della Ferro ai nastri di partenza. La realtà, insomma, potrebbe essere diversa. E comunque per nulla dipendente da una detrazione di preferenze che parte da una premessa errata, che se pure avesse fondamento algebrico, non ce l’avrebbe anche sotto il profilo politico. Fermo restando che sul piano matematico, dando Nino Campo e Francesco Di Lieto per loro stessa pubblica ammissione non in grado di puntare al bersaglio grosso, la partita si gioca tutta (vecchio pallottoliere alla mano) su un semplicissimo calcolo. Un conteggio basato sull’ipotizzata doppia cifra di Talerico (il quale se restasse sotto il 10% farebbe un gran favore, seppur in maniera del tutto involontaria naturalmente, proprio al rivale per antonomasia Donato) e sul tasso di consenso della citata parlamentare meloniana che, a prescindere dalla quota che farà segnare, lega al suo risultato l’intero centrosinistra. Uno schieramento quest’ultimo che, in caso di non brillante esito degli altri competitor, sarà di fatto costretto a viaggiare (ancor meglio se in modo abbondante) sopra il 30. Perché, senza tali dati, il ventilato successo di Donato in prima battuta è ancora possibile, a prescindere dalla proposta di Ferro che pure come premesso sposterà comunque l’ago della bilancia insieme a Talerico.