Bufera sull'esponente pentastellato che sarebbe in procinto di passare nell'Udc. Il consigliere regionale di minoranza della lista deMa: «Opposizione non garantita da chi vota con la maggioranza»
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Si annuncia una seduta ricca quella del Consiglio regionale convocata per domani pomeriggio alle 15. E non solo dal punto di vista dell’ordine del giorno, già ricco di perse, con i dieci punti fino ad oggi formalizzati dal presidente dell’assemblea Filippo Mancuso, perché il piatto forte della giornata sarà costituito dalle dimissioni ormai certe dalla carica di vicepresidente della Commissione speciale di vigilanza da parte di Antonio Lo Schiavo.
Un atto politico forte e in qualche maniera già annunciato nel corso della scorsa seduta consiliare quando di fronte al voto favorevole sulla creazione della Multiutility per i rifiuti e i servizi idrici del pentastellato Francesco Afflitto, che della Commissione di vigilanza è anche presidente, lo stesso esponente del gruppo de Magistris presidente aveva annunciato azioni eclatanti.
Le dimissioni arrivano dunque nel giorno del Consiglio regionale, ma saranno formalizzate ancora prima, nel corso della prevista riunione dell’organismo consiliare che è già convocato per le 11:30. Insomma alle parole, Lo Schiavo farà seguire i fatti, che diventano squisitamente politici, visto che metteranno anche l’intero centrosinistra, Pd in testa, difronte alla scelta su come comportarsi da ora in avanti rispetto ad una opposizione che comprendendo diverse anime, fino ad oggi non ha brillato per compattezza. E d’altra parte la stessa leader del centrosinistra, Amalia Bruni, che oggi guida il gruppo Misto, aveva annunciato la necessità di un’assunzione di responsabilità da parte di chi in Consiglio aveva votato differentemente, e quindi da parte dello stesso Afflitto, ma anche del capogruppo Davide Tavernise che nell’occasione si era astenuto, presentandosi anche firmatario insieme alla maggioranza delle modifiche alla legge istitutiva della Multiutility che prevederà le città di Lamezia e Corigliano Rossano quali membri di diritto del Consiglio direttivo d’Ambito.
Fermento nel Pd: pronta la mozione di sfiducia
Insomma, le opposizioni dovranno capire se continuare ad andare in ordine sparso o se ricompattare un fronte mostratosi fin troppo debole, fino ad oggi, di fronte al coriaceo governo regionale.
Va da sé che, da regolamento, la nuova vicepresidenza della Commissione regionale debba essere decisa tornando in aula e non all’interno dello stesso organismo. Il che significa che si dovranno decidere i futuri assetti e quindi il futuro politico, dell’intera opposizione, atteso che la Commissione di vigilanza è l’unica la cui presidenza è affidata per questioni di opportunità alla minoranza.
Secondo quanto trapelato da ambienti vicini ai democrat è già in via di definizione una mozione di sfiducia diretta proprio ad Afflitto che tra l’altro, rumors dell’ultim’ora darebbero vicinissimo all’Unione di centro e quindi pronto ad ingrossare le fila della maggioranza. La mozione di sfiducia sarebbe caldeggiata fortemente dai consiglieri Ernesto Alecci e Raffaele Mammoliti che hanno mal digerito le dichiarazioni in aula dell’ormai quasi ex pentastellato. Proprio per definire la strategia da seguire in aula il gruppo guidato da Domenico Bevacqua si riunirà alle 13 a Palazzo Campanella e deciderà il da farsi.
Lo Schiavo: «Scelta inevitabile»
Lo Schiavo in una nota diffusa proprio nel pomeriggio si è chiesto se «si può ancora considerare garante delle istanze dell’opposizione un consigliere regionale che, dai banchi della minoranza, voti a favore di una legge di estrema rilevanza politica di iniziativa della Giunta regionale? Un consigliere che, in virtù del suo concomitante incarico di presidente della Commissione speciale di vigilanza, sarebbe chiamato, appunto, ad un ruolo di garanzia delle opposizioni e a controbilanciare l’azione politica di quella stessa maggioranza che invece sostiene con il proprio voto. A mio avviso evidentemente no».
La scelta, per l’esponente del gruppo de Magistris presidente, si rende «inevitabile» proprio alla luce dell’atteggiamento assunto da un presidente che, «con estrema ambiguità politica», anziché farsi portavoce delle opposizioni ha offerto una stampella al centrodestra di cui, peraltro, in quella circostanza, la maggioranza non aveva alcuna necessità, «palesando quindi chiaramente un'adesione di natura prettamente politica all'azione del presidente Occhiuto e della sua Giunta. Al contempo, esorto tutte le forze d’opposizione a considerare l’opportunità che il consigliere continui a ricoprire un incarico così importante e strategico ottenuto proprio sulla base del mandato fiduciario della minoranza, ad eccezione del gruppo de Magistris presidente».