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La Terza Commissione consiliare, “Sanità, Attività Sociali, Culturali e Formative”, ha espresso ieri nuovamente parere positivo ad una proposta di legge di iniziativa del presidente del gruppo consiliare di Forza Italia Alessandro Nicolò. “La legge – ricorda Nicolò - già esaminata nel gennaio 2016 con parere favorevole della stessa Commissione fu trasmessa alla Seconda Commissione, che sollevò eccezioni, rimandandola alla Terza. Si tratta della legge sulle eccedenze alimentari per contrastare la povertà e il disagio sociale e l’impianto normativo non prevedere oneri finanziari a carico della Regione”.
Famiglie in povertà
“La Calabria – commenta Alessandro Nicolò – è tra le regioni più segnate dalla crisi economica e con un’alta percentuale di famiglie costrette a vivere sotto, o al limite, della soglia di povertà. La mia proposta di legge ha come obiettivo di ridurre lo spreco alimentare e rendere concreto aiuto a quei nuclei famigliari che non sono nemmeno in condizione di fare la spesa quotidianamente. La diretta conseguenza delle finalità della legge, inoltre, sarà quella di contribuire a risolvere l’eccedenza di prodotti agricoli da albero non raccolti, che per gli agricoltori rappresenta un problema oneroso. Nel novero delle eccedenze alimentari nella legge elencate – continua Alessandro Nicolò – sono inclusi i prodotti agroalimentari invenduti e destinati all’eliminazione del circuito commerciale, ma ancora perfettamente commestibili; prodotti agricoli non raccolti ma compatibili con l’alimentazione umana; i pasti non serviti dagli esercizi di ristorazione e di somministrazione collettiva ancora integri; le derrate alimentari ancora in perfetto stato di conservazione nonché prossime alla data di scadenza. Un campo molto ampio di scelta e di opportunità di alimenti – prosegue Nicolò – che potranno essere distribuiti per il tramite di enti, cooperative, organizzazioni di carità e di beneficenza, con spirito di fraterna solidarietà.
I soggetti attuatori
La legge, inoltre – rileva Alessandro Nicolò – indica i soggetti attuatori del programma, che devono avere svolto attività in questo ambito da almeno un biennio: enti locali, cooperative sociali e singoli operatori nell’attività sociale, organizzazioni di volontariato e di promozione sociale, organizzazioni non di lucro di utilità sociale. Le norme fissano anche le direttive per la Giunta regionale che entro novanta giorni dalla entrata in vigore della legge, deve stabilire in un apposito disciplinare le modalità per l’analisi del fabbisogno e la valutazione degli effetti delle politiche ridistributive previste, i criteri per determinare la soglia di povertà e di disagio sociale. La proposta di legge – conclude Nicolò – vuole anche rappresentare un argine a sostegno della congiuntura sociale ed economica negativa, un modo di intervenire con senso pratico in favore della coesione sociale messa in discussione proprio dallo stato di indigenza e di bisogno di centinaia di nostri concittadini”.