Il governatore non gradirebbe la norma presentata dalla maggioranza. Ma per ora aspetta eventuali sviluppi. E intanto il leader della Lega non indica la sostituta di Minasi (ASCOLTA L'AUDIO)
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«Diciamo che il presidente non è contentissimo, ma difficilmente interverrà per chiedere il ritiro della legge». «Occhiuto sta alla finestra e valuta il da farsi, ma non è escluso che possa prendere una posizione da qui a lunedì». Gli stati d’animo del governatore cambiano in base a chi li racconta.
Su un punto però concordano tutti: Occhiuto è tutto fuorché entusiasta per la legge “moltiplica-poltrone”, già inserita all’ordine del giorno del Consiglio regionale di lunedì prossimo.
La norma
La norma – che mira a introdurre il “consigliere supplente” al posto dell’eletto chiamato a fare l’assessore – ha fatto scalpore anche a livello nazionale. Stamattina il Fatto Quotidiano ha messo la notizia in prima pagina («più gettoni per tutti») con tanto di foto di Occhiuto a corredo.
Il governatore c’entra poco o nulla con la proposta (depositata da cinque capigruppo della maggioranza), ma è chiaro che la faccia, quando si tratta della Regione, ce la mette sempre lui. E di certo non gli avrà fatto piacere essere associato a un provvedimento che, nell’immaginario collettivo, è già diventato un prodotto della «casta» che si tutela moltiplicando le poltrone.
A tirarlo nella mischia è stato anche il capogruppo del M5S Davide Tavernise, convinto che il silenzio del presidente sulla «legge porcata» sia «pericoloso e imbarazzante».
Occhiuto, a conti fatti, potrebbe quindi anche decidere che basta così, chiedendo – o intimando – il ritiro del testo alla sua maggioranza. Si priverebbe così di uno strumento pensato anche per accrescere il suo stesso potere politico (visto che, giocando con le nomine in Giunta, il presidente potrebbe allargare la sua base di consenso), ma farebbe un figurone agli occhi dell’opinione pubblica.
Le posizioni della maggioranza
Le cose non sono tuttavia così semplici e Occhiuto non può non considerare il sentiment della sua coalizione, del tutto compatta nel sostenere la nuova legge. Non è difficile capirne il motivo: “l’aumenta-poltrone” è vantaggiosa per tutti, perché ogni consigliere di maggioranza, avvalendosi pure delle pressioni politiche dei primi dei non eletti che scalpitano per entrare a Palazzo, può a buon diritto coltivare l’ambizione di diventare, un giorno, assessore, con tutto il potere che questa carica comporta.
Il governatore non può insomma ignorare bellamente le ambizioni di chi ha contribuito, con migliaia di voti, alla sua elezione. Né può permettersi di recitare la parte del masaniello anti-casta a scapito della reputazione dei consiglieri calabresi. E dunque, per ora, Occhiuto preferisce tacere sul punto, in attesa di ulteriori e probabili sviluppi.
Centrodestra in fermento
Il centrodestra è infatti in pieno fermento, con i capigruppo che valutano anche l’opportunità di una dichiarazione pubblica per ribadire la validità di un testo di legge che, oltre a «non comportare spese aggiuntive», preserverebbe le «prerogative» del Consiglio regionale e dei suoi rappresentanti, che «hanno più diritto di entrare in Giunta rispetto a tecnici mai votati dai calabresi».
Sarebbe una mossa, questa, che Occhiuto non potrebbe ignorare, pena uno scollamento con la sua maggioranza.
Del resto, fanno notare alcuni consiglieri, al governatore la legge potrà pure non piacere, ma ha già dimostrato «di saper tenere la barra dritta e di non temere certe narrazioni costruite sui giornali nazionali». Il riferimento è alle polemiche sui medici cubani o sull’aumento delle indennità per i manager della sanità. Tutti provvedimenti che «noi – dice un esponente del centrodestra – abbiamo appoggiato con convinzione» e rispetto ai quali Occhiuto ha mostrato tutta la sua «caparbietà».
I perplessi
La maggioranza non è però un monolite. Tra i più perplessi ci sarebbe proprio il numero uno dell’assemblea regionale, il leghista Filippo Mancuso, che non avrebbe gradito più di tanto l’iniziativa dei capigruppo. Non è il solo. A frenare ci sarebbe anche Gianluca Gallo, uno dei due assessori – l’altro è Fausto Orsomarso – eletti a Palazzo Campanella.
Lunedì decisivo
Lunedì sarà in ogni caso il giorno decisivo. E nel frattempo anche le trattative per il rimpasto di Giunta si sono fermate. In primo luogo perché Fratelli d’Italia, che deve indicare il sostituto di Orsomarso, aspetta che la “aumenta-poltrone” diventi legge per far quadrare i propri conti interni. A quel punto arriverebbe il disco verde per l’assessorato all’attuale capogruppo, Peppe Neri, con il grande favorito della vigilia, il sindaco di Locri, Giovanni Calabrese, costretto ad accontentarsi di un posto da consigliere supplente.
Salvini aspetta
In casa Lega, invece, per adesso non esistono certezze. Matteo Salvini, dopo il no di Simona Loizzo, continua a temporeggiare. Così le supposizioni per la successione a Tilde Minasi si sprecano. Le due favorite, a sentire i dirigenti calabresi, sarebbero Maria Carmela Iannini, sostenuta dal deputato Domenico Furgiuele, e Caterina Capponi, che al suo fianco avrebbe il consigliere Pino Gelardi. Sono solo ipotesi e nulla più. Per ora Salvini aspetta e non si pronuncia. Proprio come Occhiuto.
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