È ormai tutto pronto, o quasi, per la seduta di Consiglio regionale prevista per questo pomeriggio. L’assemblea convocata dal presidente Filippo Mancuso discuterà di 12 punti all’ordine del giorno, compresa la proposta di legge firmata da cinque capigruppo su sei di maggioranza che istituisce la figura del consigliere supplente giustificata ufficialmente per introdurre, anche in Calabria com’è stato fatto in altre Regioni, l’incompatibilità tra lo status di consigliere e quello di assessore regionale.

La norma, ancorchè difesa da una pattuglia di irriducibili consiglieri, ha però bisogno di una ritoccatina. Il dibattito sviluppatosi in settimana è già arrivato sulle prime pagine dei quotidiani nazionali innervosendo il presidente Roberto Occhiuto che da questa vicenda rischia solo di essere travolto dalle polemiche che finiranno per segnare in maniera negativa la sua azione amministrativa.

Ma il presidente della Giunta, può ancora avere una chance di evitare la tempesta perfetta che incombe su Palazzo Campanella – all’esterno del quale sarà inscenato il sit in dei lavoratori dei Consorzi di Bonifica - con la complicità di Mancuso che attraverso una nota in cui difende comunque l’impianto della norma, non firmata soltanto dal suo partito, la Lega, ha riaperto l’intera questione convocando prima dell’inizio dei lavori consiliari una riunione dei capigruppo di maggioranza. «Sarà quella la sede – ha precisato – per chiarire definitivamente la linearità democratica dell’iniziativa e la sua documentata invarianza di bilancio».

Secondo fonti autorevoli all’interno del centrodestra la proposta di legge potrebbe essere comunque portata in aula ma con precisi e specifici emendamenti per renderla più fluida e digeribile, o addirittura ritirata per fare il necessario passaggio nelle Commissioni competenti.

La genesi della proposta

La proposta, ormai non è un segreto, non è partita da un confronto corale all’interno della maggioranza. Secondo i soliti ben informati sarebbe stata partorita dai capigruppo Giacomo Crinò (FA), Giuseppe Neri (FdI) e Giuseppe Graziano (Udc) e solo dopo estesa a Francesco De Nisi (CI) e Giovanni Arruzzolo (FI). Il collante in questo caso sarebbe stato offerto dalla comune posizione secondo cui Giovanni Calabrese, da non eletto, non avrebbe dovuto fare ingresso nell’attesa rimodulazione della giunta da parte di Occhiuto. D’altra parte alcuni consiglieri, con in testa Crinò e Cirillo, si sarebbero opposti proprio perché legittimamente eletti, e con l’ingresso nell’esecutivo del sindaco di Locri, si sarebbero ritrovati non solo sminuiti nella loro funzione, ma anche con un assessore “esterno” per l’area locridea. Una “sconfitta politica” che i due vorrebbero evitare, con la complicità di Neri, la cui “promozione” in giunta sarebbe stata spinta in una sorta di mutuo soccorso.

Nessuno vuole la legge, tutti la vogliono

È chiaro che il polverone mediatico sollevato soprattutto da chi ha agitato la bandiera del contenimento della spesa ha rimesso in discussione posizioni e approccio rispetto alla proposta, non firmata soltanto dalla Lega, ma che non piace neanche al vicepresidente del Consiglio Pierluigi Caputo. La capogruppo, e neo deputata, Simona Loizzo proverà a non mettere in imbarazzo Occhiuto e la maggioranza, non presentandosi in aula, ed evitando così di esprimere un voto. A meno che – e questo sembra essere l’orientamento – la norma non venga ritirata prima di fare il suo ingresso in aula, dove invece dovrà destreggiarsi l’equilibrista Mancuso, in nome della neutralità che deriva dalla sua carica.

Anche Forza Italia si era mantenuta, all’inizio, su una posizione neutra, annunciando ai colleghi di maggioranza che si sarebbe adeguata alla posizione assunta in aula. Tra i più preoccupati sicuramente l’assessore Gianluca Gallo, sulla posizione del quale dispiegherebbe i primi effetti l’approvazione della proposta. Da assessore eletto, infatti, il titolare delle deleghe all’Agricoltura si vedrebbe indebolito nella struttura, con la perdita della figura del collaboratore esperto, oggi affidata al 50% a due collaboratori. D’altra parte le norme sul funzionamento delle strutture speciali recita: “Nel caso in cui il Consigliere ricopra più di una carica […], allo stesso è attribuita una sola struttura speciale, fermo restando il diritto di opzione per quella ritenuta più adeguata”. Per questo Gallo starebbe mettendo a punto un emendamento che lo metta al riparo da questa eventualità.

Ma la riunione pre Consiglio, convocata da Mancuso, servirà anche a limare tutti gli spigoli venuti fuori negli ultimi giorni. Al di là della conclamata mancata compattezza nella maggioranza – al contrario la riunione non avrebbe senso – questa legge la vogliono tutti, perché “oggi a me, domani a te”, può tornare politicamente utile a tutti. Soprattutto se pensata anche rispetto agli effetti che potrà avere sulle prossime elezioni regionali, visto che le chance di entrare a Palazzo aumenterebbero per tutti con l’istituzione del consigliere supplente, aumentando al contempo la competitività stessa delle liste che avrebbero maggiore possibilità di scorrere, a non solo vantaggio dei primi eletti.

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