Riprende l’attività politica e istituzionale dopo la breve pausa estiva. E se a palazzo Campanella sono state programmate già due sedute per il mese di settembre dalla Conferenza dei capigruppo, l’attesa è crescente per la festa regionale del Pd che si svolgerà a Reggio  dal 7 al 10 settembre.

 

Un appuntamento al quale il segretario regionale Ernesto Magorno sta lavorando da tempo e che dovrebbe segnare, nella giornata di sabato 9, anche la presenza del ministro Maria Elena Boschi. Un segnale importante per il partito calabrese e per quello reggino di Irto, Falcomatà e Romeo, reduce dal trionfo alle elezioni per il Consiglio Metropolitano dello scorso 7 agosto.

 

Un appuntamento che servirà anche a fare il punto sullo stato di salute dei rapporti interni al Pd dopo le ultime sbavature in Consiglio e a lanciare il rush finale per la campagna referendaria sulla quale Renzi e il renzismo si giocano parecchio. Una battaglia sulla quale si è speso in prima persona il segretario Magorno e che, a differenza di quanto avvenuto con il referendum sulle trivelle, ha visto la convinta adesione anche del governatore Mario Oliverio.

 

Inevitabilmente, dunque, anche il Pd calabrese si gioca molto sulla campagna referendaria, così come sta spiegando Magorno in ogni sede e anche alla riunione dei circoli del Pd convocata per oggi a Lamezia.

 

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Su questo sfondo i vari colonnelli stanno muovendo le proprie truppe per tentare di non farsi trovare impreparati al momento della chiusura delle urne. Il presidente della giunta sta tentando di sfruttare la situazione a proprio vantaggio come si sta dimostrando dallo stemperarsi delle tensioni con il commissario Scura. L’incontro convocato da Pacenza a Catanzaro per fare il punto sugli accreditamenti e i budget delle aziende sanitarie non ha prodotto la “rivoluzione” prevista e addirittura rumors di stampa (non si sa quanto fatti circolare ad arte) descrivono uno Scura dedito alle missive per provare a ricucire i rapporti con il governo regionale.

 

La sensazione, così come si capisce anche a livello nazionale dove Massimo D’Alema è tornato sugli scudi alla guida della campagna per il “no”, è che niente muterà fino al voto sulla riforma costituzionale. Soltanto in quel momento si faranno davvero i conti all’interno del partito, a tutti i livelli. Ed è per questo che anche ogni ipotesi di rimpasto di giunta regionale viene rimandato. Nonostante i consiglieri regionali siano da tempo in pressing sul governatore per ottenere un argine allo strapotere dei tecnici. E nonostante Federica Roccisano, finita nell’occhio del ciclone da qualche mese, sia stata data in uscita dall’esecutivo in tempi rapidi.

 

La parola d’ordine è prudenza in attesa degli eventi di questo autunno. E tra questi anche quello legato alla decisione che la Corte Costituzionale dovrebbe assumere sul ricorso promosso da Wanda Ferro e dalla Dc di Rotondi che per qualcuno potrebbe anche segnare un clamoroso e anticipato ritorno alle urne per i calabresi.

 

Meglio lavorare in sordina ed essere pronti ad ogni evenienza. Magorno, nel pieno della crisi politica determinata dalla clamorosa sconfitta rimediata dal centrosinistra a Cosenza, ha chiaramente rimandato il redde rationem al congresso regionale da convocare, anch’esso, dopo il referendum. E non c’è dubbio che gli oppositori, seppure scompaiono ad ogni assemblea convocata per il confronto interno, stiano lavorando per provare a riprendersi il partito.

 

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