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«Con l’elezione di Nicola Irto si conclude, speriamo, la fase precaria che (non) ha governato la Calabria per quasi due anni. Abbiamo molto apprezzato le sue parole rivolte ai più deboli, ai "calabresi risucchiati nella disperazione della povertà", come confermano purtroppo i dati Svimez e alla necessità di liberare la Calabria dalla piaga della 'ndrangheta».
Lo afferma, in una nota, l’ex ministro Maria Carmela Lanzetta che continua: «Al presidente Irto, alla Giunta e al Consiglio regionale - prosegue - rivolgiamo il nostro augurio di buon lavoro con una raccomandazione: le basi fondamentali che consentiranno alla Calabria di diventare una Regione normale, da tutti i punti di vista, dovranno essere costituite, oltre che da un lavoro politico basato su obiettivi concreti tendenti a risolvere soprattutto i bisogni quotidiani del calabresi, anche dalla possibilità che avranno i cittadini di frequentare la Casa dei Calabresi con le porte aperte, di capire e vedere che la politica regionale è al loro servizio e non viceversa, di non essere costretti cioè a considerarsi sempre e comunque politico-dipendenti, anche per quel che concerne i loro sacrosanti Diritti. La ri/nascita della Calabria sarà possibile se la politica regionale saprà valorizzare il territorio come valore ambientale e umano anche dei piccoli Comuni, i più lontani dai centri decisionali, e se tutti quanti insieme percorreremo la strada dei doveri e delle regole. Va da sé che, come il resto d’Italia, anche la Calabria ha la necessità di programmare la sua crescita economica e culturale con il turismo, la cultura e i beni culturali con la nomina delle Commissioni per come già annunciato dal presidente Oliverio».
«Per concludere - afferma infine Maria Carmela Lanzetta - ritengo che, facendo mia la proposta che proviene da più parti, in forma pubblica e privata, direttamente o indirettamente, affinché la politica regionale possa essere considerata veramente nuova e di rottura con il passato, tutti i percorsi politico-amministrativi che verranno intrapresi dai consiglieri regionali e dalla giunta dovranno essere valutati dai cittadini attraverso la trasparenza degli atti e della rispettiva situazione patrimoniale, al pari di quanto già realizzato da altre Regioni italiane e di quanto avviene per i parlamentari e per i ministri della Repubblica italiana».