La politica calabrese vive di sicuro un momento di crisi e di appannamento. L’autorevolezza della classe dirigente è messa ogni in discussione sia per la pochezza della stessa che per l’enorme difficoltà di gestire una Regione tra le più complesse. Eppure ciò non basta a giustificare alcuni comportamenti che sembrano farsi beffa dell’opinione pubblica, ancor prima di risultare incomprensibili.

 

E’ il caso di quanto sta accadendo in Consiglio regionale con la presidenza della Commissione antindrangheta. Arturo Bova, rimasto coinvolto nell’inchiesta giudiziaria Jonny pur non risultando indagato, aveva deciso, appena qualche mese fa, di autosospendersi dall’incarico. Convocando addirittura una conferenza stampa, durante la quale non fece fare domande ai giornalisti, per spiegare la propria decisione dettata da ragioni di opportunità e per non consentire strumentalizzazioni. Rispondendo a una domanda fatta da se stesso sul perché non si stesse dimettendo, ebbe modo di spiegare: “a breve comunque si procederà al rinnovo dell’Ufficio di presidenza e delle Commissioni per la scadenza di metà legislatura”.

 

La decisione di Bova di ritornare in carica

 

Proprio in questo momento e proprio mentre nel centrosinistra impazza la discussione per l’indicazione dei nuovi presidenti, Bova decide di ritornare in carica, alla guida della presidenza antindrangheta. Con una lettera inviata al presidente del Consiglio, Bova ha spiegato di ritornare sui suoi passi perchè “arrivato alla determinazione di riprendere appieno la mia attività e di dare seguito ad alcune importanti iniziative legislative che non possono subire ulteriormente ritardi. Mi riferisco, in particolar modo, all’iter della proposta di legge c.d. anti ‘ndrangheta, e agli importanti provvedimenti in essa contenuti per il contrasto al fenomeno mafioso e, più in generale, alle diverse forme di manifestazione della criminalità organizzata”.

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Gli scenari futuri in seno alla Commissione antindrangheta

Dovremmo dunque dedurre che tale legge sarà approvata prima del prossimo Consiglio regionale. Altrimenti sarebbe comunque materia per la nuova Commissione che dovrà rieleggere il suo Ufficio di presidenza. E non è detto che Bova sarà confermato alla guida dell’organismo, a meno che lui e i Democratici Progressisti non abbiano avuto conferme al riguardo, ancor prima della riunione di maggioranza che si aspetta a giorni. Insomma i conti non tornano in alcun modo e l’unica nota positiva è che Bova per annunciare questo ritorno sui suoi passi abbia inviato una missiva e non abbia convocato una nuova conferenza stampa senza far fare le domande ai giornalisti. La nota più negativa è che dinamiche del genere potrebbero innescare strumentalizzazioni politiche su un organismo già tanto discusso e discutibile come è quello della Commissione antindrangheta del Consiglio regionale. Delle quali, francamente, non si sente il bisogno.

 

Riccardo Tripepi