Un’iniziativa organizzata da tempo, con incontri su incontri con partiti, associazioni, comitati, studenti. Il tutto per riuscire a chiamare a raccolta la città tutta. Scopo quello di portare alla luce quello stato di disagio e sofferenza che Lamezia sta vivendo. Dalla mancata raccolta dei rifiuti, alla chiusura delle strutture sportive e teatrali, fino a quella, ermetica, della triade commissariale. E di fatti quanto accaduto ribadisce questo atteggiamento. A fine manifestazione gli studenti delle scuole avrebbero dovuto consegnare la piattaforma rivendicativa dell’evento ai commissari che non si sono fatti trovare nonostante la data dell’iniziativa fosse nota da tempo.

 

E intanto Lamezia, ad un anno dal terzo scioglimento per infiltrazioni mafiose piange lacrime e sangue. «Anziché sentirsi accompagnati da chi rappresenta lo Stato verso una ripresa della normale vita democratica, come dovrebbe essere in particolare nei Comuni commissariati a seguito di scioglimenti per mafia, i cittadini lametini percepiscono uno Stato assente, che fa ostruzionismo invece di sostenere le iniziative positive, che persegue un atteggiamento di muro contro muro anziché farsi interlocutore delle istanze dei cittadini, delle realtà associative, delle imprese», si legge nel documento che i commissari avrebbero dovuto ricevere. 

 

Eppure in strada di gente ne è scesa tanta, circa un migliaio di persone senza distinzione di età, estrazione sociale o politica. Tutti pronti a far sentire la propria voce pacificamente, senza alzare i toni, perché Lamezia ogni giorno sembra stia morendo. Dai cumuli di spazzatura nelle strade, ai teatri chiusi e mai più riaperti, fino a palazzetti, stadi e palestre.


«E’ sotto gli occhi di tutti la condizione allarmante di una comunità senza alcuna prospettiva. Dalla paralisi delle vita aggregativa, a causa degli ostacoli insormontabili ad ogni forma di attività associativa della nostra città, a cominciare dalle realtà sportive e culturali; alla situazione sempre più insostenibile del decoro urbano e dell’igiene pubblica». Fino poi, continua il documento, «all’emergenza rifiuti che rischia di far precipitare la città in una condizione di emergenza sanitaria; all’inadeguatezza dei servizi fondamentali offerti ai cittadini. Lo Stato – si legge ancora - rappresentato dalla commissione straordinaria alla guida del Comune ormai da un anno, non sta dando in alcun modo le risposte che la città richiede. Una gestione che si sta rivelando assolutamente non risolutiva, tanto nell’ordinaria quanto nella straordinaria amministrazione, e che sta producendo danni incalcolabili e irreversibili alla città sul piano economico, sociale, culturale e all’ immagine stessa della città».