Quando a inizio anno il candidato sindaco per il M5S di Lamezia Terme Silvio Zizza annunciò ricorso contro il risultato delle elezioni amministrative di Lamezia Terme (tenutesi il 10 novembre 2019), in molti storsero il naso. Eppure, a distanza di un anno, le sue denunce, unitamente a quelle dell’altro candidato sindaco Massimo Cristiano, potrebbero prospettare risvolti penali.

Il sequestro dei verbali e la verifica della Prefettura

La proclamazione degli eletti impugnata, va ricordato, avvenne solo il 9 dicembre dell’anno scorso, dopo che il Tribunale di Lamezia Terme dispose il sequestro dei verbali di 39 sezioni elettorali (il 50% del totale) riscontrando in due casi (nelle sezioni numero 10 e 61) che i verbali delle operazioni elettorali non risultavano contenuti nei plichi e non sigillati dai rispettivi Uffici elettorali sezionali ma lasciati alla mercé di chiunque.

 

Il 19 maggio il Tar di Catanzaro ha disposto una verificazione, a cura della Prefettura, delle varie irregolarità segnalate. Nella relazione della viceprefetta Lucia Iannuzzi, trasmessa lo scorso 24 settembre, si legge che: «quasi ogni incongruenza, errore o vizio dedotto nei ricorsi introduttivi ha trovato riscontro nell’esame dei verbali e, ove si sia proceduto in tal senso, nel riconteggio delle schede». Accertato, quindi, un quadro di gravi irregolarità.

 

Brogli e schede ballerine?

In tutte le sezioni oggetto di verificazione da parte della Prefettura di Catanzaro pare siano stati rilevati veri e propri brogli elettorali: attribuzioni di voti e loro successiva modifica; cancellature, discrasia e incongruenze; mancanza di corrispondenza tra i voti riportati nei verbali e quelli riportati nelle tabelle di scrutinio; numero di voti espressi superiore al numero dei votanti; numero dei voti espressi cui non risulta possibile in alcun modo risalire attraverso la somma delle cifre riportate nei verbali; attribuzione di voti non leggibili ed incomprensibili; assenza di verbali nei plichi elettorali; plichi elettorali aperti.

 

Le irregolarità sono state riscontrate in ben 48 sezioni, oltre il 60% del totale dei seggi del Comune di Lamezia Terme. In 6 sezioni è stata, inoltre, riscontrata la “scheda ballerina”, un fenomeno criminale di controllo del voto di cui parlò nel libro “La Repubblica delle Idee” lo scrittore Roberto Saviano e, nel 2013 Laura Montanari su Repubblica: «La scheda ballerina è una scheda che si perde al seggio elettorale e viene usata per controllare il voto. Basta farne uscire una, tu metti in tasca la scheda già votata e vai al seggio, te ne danno una vergine, vai in cabina e te la metti in tasca e consegni poi quella già votata».

 


Per la giurisprudenza amministrativa la scheda ballerina è un sistema fraudolento «consistente nel far uscire dal seggio una scheda vidimata non votata per essere utilizzata al posto della scheda consegnata all’elettore nel seggio, ottenendo così che, grazie ad una sola scheda vidimata di cui non risulti la sorte, viene controllato e pilotato l’esercizio del diritto di voto»

 

Le sezioni “incriminate”

Una ipotesi di uso fraudolento delle schede elettorali è emerso durante la verifica della sezione numero 2, in cui a fronte di 700 schede elettorali consegnate al seggio, ne sono state rinvenute ben 811 e durante la verifica della sezione numero 44, nella quale sono state rinvenute 167 schede elettorali in eccesso, ma è stata anche accertata l’assenza di 3 schede elettorali tra quelle autenticate e non utilizzate 50 schede elettorali tra quelle firmate ma non timbrate.

 

Nella sezione 19 su 585 votanti verbalizzati, sono stati rinvenuti 678 voti, ben 93 in più. Inoltre, mancano le schede bianche. Nella sezione 78 risultano letteralmente sparite 70 schede autenticate e non votate. Altre sezioni incriminate sono la 29 e la 63.

 

Zizza (M5S): «Ripristinare onestà e trasparenza»

Per il già candidato sindaco del M5S Silvio Zizza «siamo finalmente arrivati al dunque. Mancano poche ore alla sentenza del Tar Calabria che deciderà se le scorse operazioni elettorali comunali si sono svolte in maniera regolare oppure no. Il mio ricorso non è incentrato ad eventualmente entrare in consiglio comunale, del quale ovviamente ne sarei onorato ma è dettato esclusivamente dal perseguimento di principi e valori importanti: onestà, trasparenza e regolarità del voto. Mi sarei aspettato da qualche altro candidato sindaco (il riferimento, probabilmente, è al candidato primo cittadino del Pd, Eugenio Guarascio, ndr) un appoggio incondizionato per amore di verità e legalità, ma ciò non è avvenuto».