Daniela Grandinetti, Annamaria Persico e Pino Morello hanno deciso di dar voce alla gente e organizzano incontri con i cittadini: «Il dibattito non può restare confinato ai social o nelle stanze dei partiti»
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La vita nella città e della città. Dovrebbe essere questo l’oggetto della politica. Ma da qualche tempo non è più così. I partiti hanno sganciato la politica dalla partecipazione attiva delle persone relegandola nelle ristrette stanze dei circoli. A novembre scorso tre cittadini, ognuno a suo modo, o a suo tempo, attivo e interessato alle sorti della città di Lamezia Terme, si sono ritrovati a discutere. L’argomento amministrative era già caldo ma loro, ci racconta Annamaria Persico, giornalista e cittadina attiva nel movimento Lamezia Bene Comune, si sentivano «disillusi».
«Avevamo la sensazione – aggiunge Pino Morello, già in passato impegnato nei movimenti di sinistra – che chi si trovasse fuori da partiti e gruppi organizzati fosse tagliato fuori anche dalla partecipazione attiva alla vita politica».
«Ci siamo trovati a parlare dello stallo del centrosinistra – spiega Daniela Grandinetti, anche lei presente in Lamezia Bene Comune –, abbiamo constatato che si stava girando lo stesso vecchio copione della politica giocata al chiuso delle stanze». I tre «amici al bar», come si definiscono, hanno valutato che anche l’astensionismo, nella maggior parte dei casi, proviene dai disillusi di sinistra.
Dare voce ai cittadini
Abbandonati caffè e tavolini, i tre, in perfetta autonomia, si sono lanciati per prenotare una saletta del Chiostro di San Domenico. L’intento era quello di incontrare – e far incontrare tra loro – i cittadini di Lamezia e dare loro voce, anzi, un microfono. Hanno pensato anche un nome per il loro progetto: Lamezia per noi, parafrasando la canzone del 1975 di Bruno Lauzi, Genova per noi: «Eppur parenti siamo un po' di quella gente che c’è lì che in fondo in fondo è come noi selvatica».
«Volevamo uscire da quel dibattito virtuale – dice Daniela Grandinetti – che nasce e si spegne sui social. Noi ci abbiamo messo la faccia».
Andare contro il pregiudizio
Sapevano a cosa sarebbero andati incontro con la loro iniziativa: sarebbero andati incontro alla diffidenza e alle ipotesi complottiste del “chi vi manda?”, “a chi appartenete?” e, soprattutto “chissà cosa c’è dietro”.
«Non c’è in noi – dice Pino Morello – nessuna intenzione di decidere ma di far partecipare i cittadini alla vita politica», ovvero dare loro uno spazio per parlare dei problemi, dei desideri, dei bisogni di una città.
«Ci hanno chiesto – dice Grandinetti – se fossimo una lista. Ma noi non abbiamo intenzione di candidarci». Semmai le riflessioni della gente che scaturiscono dai loro incontri dovrebbero fornire spunto di riflessione a chi è chiamato a governare o a presentare un programma politico.
Il primo incontro
Il primo incontro, il 21 novembre, è stato partecipato ma timido per i motivi di cui sopra. «C’è diffidenza da parte delle persone quando sentono la parola politica – spiega Pino Morello –. D’altro canto è anche vero che i partiti oggi hanno poca tendenza ad aprirsi».
«La dialettica politica non esiste più – interviene Daniela – eppure c’è un gran bisogno di contraddittorio. Quando ho partecipato alla campagna per la raccolta firme contro l’autonomia differenziata la gente si avvicinava, chiedeva spiegazioni, voleva sapere e confrontarsi».
Cosa chiedono i cittadini di Lamezia
Nel corso degli incontri successivi è aumentata la partecipazione e anche gli interventi. I problemi che la popolazione ha espresso sono legati in primo luogo alla sanità – delle ore di attesa per fare una prenotazione in ospedale e altre emergenze. Si è parlato della vocazione turistica di Lamezia e del problema dei visitatori che non sanno dove andare, di decoro urbano, di agricoltura, rigenerazione dei luoghi, cultura ed economia. Problemi veri, concreti, di una città che ha dei bisogni.
«Noi vogliamo essere uno stimolo. La scarsa partecipazione crea gruppi di potere, sovrastrutture», spiegano. C’è anche il desiderio di vedere una sinistra unita. Basterebbe, forse, questo in un momento di forti tensioni alla vigilia delle amministrative di maggio.