VIDEO | Mentre porta avanti lo sciopero della fame, l’ex sindaco prepara un raduno «per mostrare il vero volto della città che amiamo ed ameremo sempre». Nel mirino la decisione del Consiglio di Stato che l'ha “deposto” fino all'11 aprile
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Torna nuovamente a tempo pieno nel suo studio legale Paolo Mascaro. È da qui che ci racconta il perché di quella decisione estrema: uno sciopero della fame fino all’11 aprile. Un azzardo, venti giorni assumendo solo liquidi, che può mettere veramente a serio rischio la sua salute.
Era venerdì sera quando veniva notificato a via Perugini al primo cittadino che l’Avvocatura di Stato aveva presentato ricorso contro la sentenza del Tar del Lazio che aveva annullato lo scioglimento per presunte infiltrazioni mafiose. Un ricorso con richiesta di sospensiva. Mascaro, ci spiega, prepara immediatamente la sua memoria difensiva ma sabato mattina il Consiglio di Stato accoglie la sospensiva e decide che fino all’11 aprile, data in cui si deciderà sul merito del ricorso, l’avvocato debba lasciare la fascia tricolore e via Perugini.
Tempi stretti, strettissimi quelli che lo hanno visto essere messo alla porta e che aprono scenari secondo Mascaro da chiarire perché, a suo dire, non ci sarebbero stati i tempi tecnici per leggere. A questo serve la sua azione di protesta, ad attirare l’attenzione su quanto sta avvenendo e su una Lamezia ripetutamente violata. Il prossimo passo sarà scendere in piazza.
Mercoledì prossimo è previsto un grande raduno a piazza d’Armi. «Sia una festa di piazza, sia una festa di popolo. Bambini, studenti, associazioni culturali e sportive, donne ed uomini uniti per mostrare il volto vero di Lamezia, il volto vero della Città che amiamo ed ameremo sempre. Scenda in piazza Lamezia – afferma Mascaro - scenda in piazza il suo stupendo comprensorio, scenda in piazza una intera regione che vuole voltare pagina e sognare un futuro diverso, senza criminalità e malaffare, senza abusi e soprusi».