Il parlamentare ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Interno in cui denuncia anche «atteggiamenti ostativi di fronte alle istanze dei singoli cittadini»
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«La vita civile e democratica della città di Lamezia Terme è del tutto paralizzata perché i commissari consentono immotivatamente lo strapotere dei tre soli dirigenti del municipio, cui sono attribuite precise responsabilità amministrative nella relazione sullo scioglimento. È un fatto gravissimo e non più tollerabile, che mi ha spinto a interrogare il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, al quale ho chiesto un risoluto intervento».
È quanto scrive in una nota il deputato del Movimento Cinque Stelle Giuseppe D’Ippolito secondo il quale «è inammissibile che il Comune abbia appena tre dirigenti, oggi soltanto assegnati ad altri uffici. A costoro la commissione d'accesso ascrisse specifiche responsabilità in pratiche correlate a infiltrazioni criminali. È assurdo – incalza il parlamentare - che gli stessi dirigenti ricevano attestati di fiducia dalla terna commissariale del Comune, che affida loro tutte le attività dirigenziali senza provvedere alla rimozione o almeno all'integrazione con altri dirigenti di designazione provvisoria e prefettizia, consentita dalle norme e invano proposta dal MoVimento 5 Stelle».
Per D’Ippolito «i tre dirigenti in questione mantengono atteggiamenti ostativi di fronte alle istanze dei singoli cittadini, chiudendosi ogni volta rispetto alle più elementari e giustificate esigenze della comunità; in campo sociale, culturale, sportivo, economico, religioso e così via. Se non bastasse, tali dirigenti stanno portando a compimento atti risalenti alla precedente amministrazione, benché oggetto delle motivate ragioni dell'ultimo scioglimento. Mi riferisco, per esempio, al psc, che invece va discusso con la comunità e approvato dalla futura assemblea consiliare».
«Siccome - conclude - la terna commissariale si è resa sorda e impermeabile davanti all'evidenza e ai ripetuti richiami delle rappresentanze politiche e civili, sarà il ministro dell'Interno, su mia richiesta, a occuparsi di questa paradossale gestione, che umilia la cittadinanza di Lamezia Terme e ne impedisce il più che mai sentito riscatto democratico».