Aveva iniziato da poche ore lo sciopero della fame come segno di protesta per non essere mai stato convocato o audito nonostante lo avesse chieste più volte, a più ripreso, con tutti i mezzi possibili, dalla commissione di accesso agli atti. Ora la tanto agognata convocazione è arrivata. Domani avverrà l’incontro con il prefetto di Catanzaro Luisa Latella. A disporlo il ministero dell’Interno.

 

Ma il sindaco Paolo Mascaro non interrompe lo sciopero della fame. Vuole avere contezza dell’incontro, essere sicuro che non si tratti di un ‘contentino’. Vuole dare concretamente un suo contributo alle indagini sulle eventuali infiltrazioni mafiose nel Comune di Lamezia.

 

Anche se è da fine quasi un mese che la relazione redatta dalla commissione di accesso agli atti con il parere favorevole allo scioglimento del prefetto è a Roma e in settimana, tra mercoledì e venerdì, dovrebbe approdare in consiglio dei ministri. La sua è un’estrema ratio e lo sciopero della fame un gesto sacrificale che lo ha portato di fatto ad avere quell’attenzione che fino ad ora non era riuscito ad avere.

 

Intanto, però la presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi ha oggi gelato gli animi. In Calabria, a Cosenza per la firma di un protocollo di legalità sugli appalti siglato tra l’Unical e la Prefettura Bruzia alla presenza del ministro dell'Interno Marco Minniti, ha affermato di ritenere che ci siano tutti gli elementi per sciogliere il Comune di Lamezia.

 

Questi, insomma, potrebbero essere gli ultimi giorni di vita prima del commissariamento per Lamezia. Nel caso, sarebbe il terzo. Un’onta che il sindaco sta cercando di scongiurare in ogni modo, battendosi fino alla fine. Tre le memorie difensive consegnate, innumerevole le richieste di essere audito fino allo sciopero della fame. A mettere il comune sotto la lente di ingrandimento della commissione di accesso agli atti era stata l’operazione Crisalide nella cui rete erano finiti diversi esponenti della minoranza in consiglio e il compagno di una consigliera di maggioranza.