Ad un mese da quando l’ex sindaco Paolo Mascaro ha lasciato nuovamente via Perugini e la fascia tricolore, per l’accoglimento da parte del Consiglio di Stato della richiesta di sospensiva avanzata dall’Avvocatura Generale, ad un mese da quando la triade commissariale si è reinsediata in municipio, Lamezia ha ripreso a vivere alla giornata, priva di presidi importanti, impossibilitata ad avere un interlocuzione con i commissari, frustrata ed amareggiata da una situazione che molti definiscono kafkiana e che per ora non ha prodotto interventi di alcun genere nonostante gli esposti alla Procura siano numerosi.

 

E così, ad esempio, sebbene la presenza di soli tre dirigenti per tutti i settori sia più che esigua, nonostante questi si siano messi in stato di agitazione proprio per attirare l’attenzione sul sovraccarico di lavoro, sull’impossibilità di portare a termine tutti gli adempimenti e sulla mancanza delle qualifiche richieste per potere governare alcuni ambiti, la triade ha dato parere favorevole affinché uno di loro lavori solo tre giorni a settimana, prestando servizio gli altri due nel comune di Reggio Calabria.

 

Un dirigente che diventa, insomma, part time, così come già lo sono due dei membri della terna commissariale, Fusaro e Colosimo. Rimangono chiusi gli impianti sportivi e i teatri, nonostante ne fosse stata predisposta la riapertura da Mascaro durante il suo breve reinsediamento, cancellata anche l’emeroteca, il cui numero esiguo di visitatori avrebbe convinto l’amministrazione straordinaria a tagliare i due euro e sessanta di quotidiani per risparmiare. Una condotta fatta di chiusure e tagli quella portata avanti da questa triade commissariale che spaventa i lametini.