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Situata nella zona Scirocco con accesso dall’esterno, è il frutto di un accordo fra Asp di Catanzaro e Regione e funziona con l’impiego di 10 infermieri, dipendenti a tempo indeterminato dell’Azienda Sanitaria. Il servizio è composto da due unità, a turno dalle 8:00 alle 17:00 lunedì e mercoledì, mentre dalle 8:00 alle 14:00 martedì, giovedì e venerdì.
E qui si denota la prima incongruenza: il personale dell’ente non va via per intero alle 14:00 nei giorni in cui non c’è il rientro. Chi resta, rimane quindi privo di copertura. «Ma il vero vulnus –accentua il sindacato – è la mancanza di un medico che rende quasi inutile l’ambulatorio». Gli infermieri infatti possono solo controllare e valutare i parametri, riscontrando ad esempio una crisi ipoglicemica, un problema cardiaco (eseguendo un elettrocardiogramma), misurare la pressione o la temperatura, ma sono impossibilitati a prescrivere qualunque tipo di farmaco.
Tanto è vero che il malcapitato dipendente, senza una prescrizione medica, non può sperare di ottenere neppure una medicina di uso comune. Motivo per cui, per avere dei farmaci, dovrebbe essere munito di ricetta o - nei casi più gravi- attendere come chiunque l’arrivo del 118. Un’ambulanza come ovvio munita di medico, abilitato a fare diagnosi e conseguenti prescrizioni.
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Resterebbe, in realtà, un’altra possibilità “interna”: l’utilizzo dell’auto-medica regionale, che però è una Defender della Land Rover non proprio idonea al trasporto , perché il veicolo dispone appena dello spazio per ospitare una barella. Di conseguenza, nessun sanitario può stare accanto al malato durante il trasporto in ospedale.
Un altro aspetto da evidenziare è il dubbio sui controlli periodici della vettura, inclusi i farmaci disponibili a bordo), l’eventuale previsione di figure preposte a tale verifica e il gruppo degli autisti deputati a guidarla. Nel caso di specie si tratta di quattro dipendenti della Protezione Civile privi tuttavia di un ordine di servizio e non si sa se idonei a condurre il particolare mezzo.
Le domande di Cisal
La Cisal si chiede perché non vengano impegnati in Cittadella due infermieri fissi, eppure è stato indetto dall’Asp un avviso di mobilità volontaria riservata agli infermieri per l’assegnazione di un’unità all’ambulatorio della Cittadella il 16 maggio con scadenza il 31 maggio scorso. Cosa si attende per dare seguito a questo bando?
E poi, non sembrano tanti 10 infermieri quando invece ne basterebbero poco meno della metà ma garantendo l’indispensabile figura del medico? Motivo per cui, lo ribadisce lo stesso sindacato, occorrerebbero almeno
un paio di unità fisse (5 giorni su 7) e magari specializzate in pronto intervento.
Sarebbe infine anche auspicabile che l’ambulatorio disponesse di una sedia-medica, poiché attualmente la struttura ne è priva.
Il caso dell’infermiera
Il caso dell’infermiera che diventa amministrativa (con assegnazione temporanea di incarico fino al 31 dicembre 2018, ma rinnovabile) facendo domanda in base a una norma di cui la diretta interessata sbaglia persino la data nell’istanza rivolta all’ente.
La legge richiamata è infatti la n.8 del 2003 che la signora tramuta nella 8/2013. Un errore materiale, che non le impedisce però di ottenere il placet del dg del dipartimento Tutela della Salute Riccardo Fatarella. Eppure la lavoratrice in questione da curriculum è
qualificata ed esperta per espletare le mansioni di infermiera, salvo però essere impiegata in ufficio. La stessa Azienda, pur denunciando palesi carenze d’organico in ambito clinico, corrisponde dunque uno stipendio a un dipendente che opera in un’amministrazione esterna.
I costi alla Regione
Per la Regione ci sono pure costi accessori nel giovarsi di questi lavoratori pur in carico all’Asp. Quali? Termina la Cisal affermando che il solo fatto che occupi uno spazio in uno degli open-space del palazzone di Germaneto implica l’attivazione di una serie di servizi non certo gratuiti: postazione, computer, stampante, corrente elettrica, riscaldamento e aria condizionata, linea telefonica e internet, cancelleria e così via.
Si ponga quindi attenzione all’ambulatorio della Cittadella su cui si deve intervenire immediatamente nella speranza che nel frattempo ogni pericolo venga scongiurato e si metta pure un freno alla migrazione di personale che non fa al caso della Regione.
Cisal Calabria