Botta e risposta tra il capogruppo dem e quello di deMagistris presidente che replica seccato alle accuse di un imminente passaggio nel centrodestra: «Attacco sgangherato, resto dove sono»
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È Ferdinando Laghi il nuovo vicepresidente della IV Commissione consiliare “Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente”, riunitasi ieri per discutere di tre punti all’ordine del giorno, di cui due alla fine rinviati. Ma la discussione presieduta da Pietro Raso è stata catalizzata dall’elezione del vicepresidente, diventata necessaria dal momento che sono cambiati anche gli assetti della minoranza con la formazione del nuovo gruppo misto e il passaggio di Amalia Bruni al Pd.
Proprio i dem attraverso il capogruppo Domenico Bevacqua hanno lamentato un «nuovo sgarbo istituzionale» ai loro danni da parte della maggioranza che – si legge in una nota piccata - «invece, di dare spazio al rappresentante del maggior partito di opposizione - vale a dire Antonio Billari, ndr - ha fatto in modo che si arrivasse all’elezione di Ferdinando Laghi del gruppo de Magistris presidente».
La votazione d’altra parte si è conclusa con un voto per Billari, 2 per Laghi e 3 schede bianche. Fonti accreditate del Pd fanno inoltre sapere di aver informato preventivamente della candidatura di Billari l'ufficio di presidenza.
«Un atteggiamento incomprensibile» quindi, per il Pd, che spiega l’accaduto avanzando anche l’ipotesi di un imminente passaggio proprio del capogruppo Laghi al centrodestra.
Una provocazione mal digerita dall’esponente di deMa che a stretto giro di posta ha inteso replicare al Partito democratico parlando di «attacchi tanto sgangherati quanto privi di fondamento». Laghi d’altra parte fa notare che oltre ad un discorso di competenza deMa era l’unica forza presente nell’opposizione a non aver alcuna rappresentanza all’interno degli organismi di Palazzo Campanella. Una storia vecchia e legata alla prima infornata nelle Commissioni che lasciò a bocca asciutta proprio il gruppo di deMa, favorendo l'elezione di Francesco Afflitto nella Commissione di Vigilanza.
«Non basta al Pd - ha scritto Laghi - avere cinque su otto Vicepresidenti di commissione né essere i soli rappresentanti delle minoranze nell’Ufficio di Presidenza. Non è mai abbastanza».
Per lui quella che definisce «incontinenza verbale del capogruppo PD» non meriterebbe commento, se non la puntualizzazione che «il sottoscritto sta benissimo dove gli elettori hanno deciso di metterlo, senza alcuna intenzione di cambiare schieramento».