Domani mattina alle 10 a Lamezia Terme Stefano Bonaccini porterà la campagna elettorale per il congresso del Partito Democratico anche in Calabria. Il favorito per la segreteria nazionale parteciperà ad un incontro, dal titolo “Energia popolare per il PD”, con militanti, simpatizzanti e curiosi. Sarà il modo per tastare le reazioni dei dirigenti locali e per incontrare ancora Nicola Irto, intento a presentare un partito calabrese unito in vista del grande evento del 2023.

Ieri pomeriggio a Roma, tuttavia, Bonaccini ha visto la vicesindaca di Cosenza Maria Pia Funaro e il consigliere regionale Franco Iacucci. La prima nella scorsa settimana ha dato il via agli endorsement dei dirigenti calabresi nei confronti del governatore dell’Emilia Romagna. Con lei hanno preso posizione anche Stefania Covello e Salvatore Giorno, mentre l’ex primo cittadino di Aiello Calabro sembra aver rotto gli indugi e scelto dove posizionarsi.

L’occasione per parlare di persona è stato l’incontro organizzato nell’Urbe da Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e coordinatore dei sindaci democrat. Tra i sette interventi previsti sul tema “Una sinistra popolare per l’unità del nuovo PD” c’erano proprio quelli di Funaro e Bonaccini che ha concluso i lavori dopo le parole, tra gli altri, del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano.

«Ho parlato di Cosenza, quindi di una città del Mezzogiorno - ha detto Funaro ai microfoni del nostro network -. Ho fatto riferimento ad un territorio altamente tollerante ed aperto alla contaminazione, come dimostrò 20 anni fa con la manifestazione no global. Su queste basi, non potevo che evidenziare l’asimmetria dell’Italia tutta a svantaggio del sud emersa dal recente Rapporto Svimez. Da Roma in giù si procede a passo ridotto rispetto agli obiettivi posti dal Pnrr e quindi anche rispetto al resto dello Stivale».

«Lo spettro di una spinta secessionista potrebbe generare figli e figliastri - ha aggiunto -. Ho preso spunto dalle parole di Bonaccini stesso per rivolgermi a lui dal palco. In Puglia, rispondendo a precisa domanda, disse che conosceva il Meridione soltanto dal racconto di chi, emigrando, aveva permesso all’Emilia Romagna di diventare un modello vincente. Ho aggiunto che tra quei giovani c’erano i miei amici, le mie amiche e finanche mio padre. L’emorragia di eccellenze e cervelli per la Calabria non è ancora terminata ed è in quest’ottica che vorrei operasse il suo Partito Democratico. Vorrei che fosse un partito in grado di garantire a tutti e a tutte, da nord a sud, le stesse possibilità e gli stessi diritti civili. Serve, insomma, che impari a parlare e ad ascoltare le istanze ad ogni latitudine».