Chi (l’intero ceto politico del Psi) nel ’93 mollò Craxi oggi esercita il culto del Garofano a 25 anni dalla morte del leader socialista. Come se non lo avessero mai lasciato solo. Eppure a me disse che si erano squagliati tutti
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Apprendo, non senza sgomento, di riediti "craxiani", che, convulsamente, cercano di guadagnare uno strapuntino di notorietà, a venticinque anni di distanza dalla sua morte. Dopo un tempo dilatatissisimo di afasia, di rimozioni e di balbuzie della memoria, tornano per segnalarsi al mondo, con la medesima credibilità di un piffero asincrono e senza fiato. Sono gli stessi che, all'epoca, non seppero difendere il leader perché vinti e soggiogati da viltà diarroiche. I medesimi conigli che rinnegarono Bettino, quando la mattanza giudiziaria del "manipulitismo" si dispiegò in tutta la sua feroce potenza. Tacquero, si badi bene, non in quanto irretiti dal sacro fuoco della palingenesi giudiziaria o dalle suggestioni dello Stato Etico di hegeliana memoria.
Si defilarono, al contrario, solo perché se la fecero addosso, alla stregua di minchiette esangui e di inermi molluschi. Ora, il punto non è tanto l'improvvida conversione di Ignazio La Russa, il quale, pur essendo nato da una relazione tra un fez e un moschetto, si autoproclama laico e libertario sulla tomba di Bettino, dopo aver idolatrato all’epoca l’implacabile Antonio Di Pietro. Diciamola tutta.
La verità è che Craxi nel '93 fu mollato, in primis, dall'intero ceto politico dirigente del Psi, dagli uomini a lui più vicini (stanti alcune magnifiche eccezioni, tra le quali svetta Saverio Zavettieri). Un ceto politico senza onore e senza coraggio, abitato da Ominicchi, ancorché colti ed avveduti. Alcuni li ritrovo oggi, in grande spolvero, sulla stampa, a bordo dell'attualità. D'improvviso ringalluzziti e dediti al culto del garofano, questa volta ipocrita ed interessato. Germogliano poi, come d'incanto, libri, riflessioni, liriche e apologetiche del "cinghialone", dal canto di saggisti e paraintellettuali sospetti.
Hanno atteso venticinque anni prima di emettere il più flebile dei suoni, in modo da pararsi il culo dentro la soffice coltre di rassicuranti similrevisionismi.
Di contro, l'assenza in Tunisia, per la commemorazione, di tutti i leadericchi del centrosinistra a trazione Pd. Opportunisti, farisei e notoriamente antisocialisti.
Bettino mi onorò in vita della sua amicizia. Nel corso di una conversazione telefonica, che intrattenemmo qualche tempo prima della fine, riferendosi ai suoi compagni di partito, e non solo, mi disse: «Non sento anima viva, si sono squagliati tutti. Com'è l'Italia, Antonella? C'è il sole a Roma?».
Così l'uomo di Hammamet mentre incedeva stancamente verso le distese brulle della morte.