Un impercettibile filo rosso lega i risultati elettorali della sinistra, dalla Spagna passando per Roma, fino alla Calabria e la stessa Lamezia Terme, i risultati hanno lo stesso denominatore: una classe dirigente di pigmei sta preparando il terreno della vittoria del populismo in tutta Europa. Un ceto politico disastroso, per lo più costituito da insignificanti e inutili vanitosi, drogati da ego smisurati che produce una politica ostaggio di conflitti disastrosi, frutto di  violenti personalismi.  È evidente che la sinistra contemporanea con questa classe dirigente non poteva che perdere  definitivamente la propria bussola ideale smarrendo lo storico pensiero critico che l’aveva accompagnata per tutto il novecento. Ogni riferimento all’atteggiamento di Renzi in Italia, per esempio, è puramente specifico.

 

In Spagna avanza Vox, una formazione di estrema destra. Il popolo della sinistra spagnola non è andato a votare deluso e incazzato con Podemos, il quale non ha voluto trovare un’intesa con Sanchez, leader del partito socialista spagnolo. Il risultato è il caos. E la sinistra non ha i numeri per governare. In Italia, Renzi sta logorando il governo che ha contribuito a far nascere sperando di conquistare spazi di visibilità a danno del PD, il partito che ha abbandonato e che ha svuotato di ideali e di identità. Il risultato servirà solo a preparare una marcia trionfale a Salvini, il quale, era uscito dalla finestra di Palazzo Chigi e vi rientrerà dal portone principale e a furor di popolo. Mario Oliverio in Calabria  è pronto a spaccare la sua area politica  di  provenienza che gli ha regalato quarant’anni di carriera, pur di essere ricandidato a tutti i costi. Il risultato sarà quello di consegnare al centrodestra una vittoria storica in Calabria. A Lamezia Terme il centrosinistra non è andato nemmeno al ballottaggio, il candidato del PD e quello della sinistra legato all’ex sindaco Gianni Speranza, se avessero raggiunto un accordo unitario, avrebbero potuto competere  nel secondo turno. Invece, il risultato,  è stato che al ballottaggio sono andate due destre. Il frazionismo e lo scissionismo sono sempre stati una malattia endemica della sinistra, ma dopo la caduta del muro di Berlino, la predisposizione alla malattia  è diventata cronica.

 

Se la sinistra non resetterà radicalmente l’attuale classe dirigente e dimostrerà di ritornare in possesso del linguaggio che in passato gli ha consentito di diventare grande, è condannata all’irrilevanza politica ed elettorale. Se i suoi gruppi dirigenti futuri non interromperanno la sciocca propensione alle guerre intestine e di cordata, se non smetterà di offrire lo squallido spettacolo delle guerre personalistiche tra pseudo leader,  la sinistra, almeno così come l’abbiamo conosciuta,  è destinata a perire definitivamente. Il resto è stupida retorica prodotta da altrettanto stupidi pigmei politici.

Pa.Mo.