Siamo alle mosse e contromosse in vista della riunione del centrodestra che dovrebbe finalmente decidere il candidato alla presidenza della Regione. Tra la Lega e un pezzo di Forza Italia, quello stretto intorno alla proposta di candidatura a governatore di Mario Occhiuto, siamo alle provocazioni. La Lega viene accusata sia dalla Santelli che da Claudio Parente, attuale capogruppo di FI in Consiglio regionale, di scarso rispetto dell’autonomia degli azzurri calabresi. Tutti invocano l’intervento di Silvio Berlusconi a garanzia della dignità di Forza Italia. Mimmo Tallini, vice coordinatore regionale dei forzisti è caustico: «Manca solo il numero del cellulare del prediletto! Sono certo che il presidente Berlusconi non consentirà che la dignità del suo partito calabrese, che tante soddisfazioni gli ha dato in termini di consenso, venga calpestata da un alleato che purtroppo dimostra scarsa responsabilità politica. Forza Italia non permetterà che venga distrutto un patrimonio di consensi e soprattutto non consentirà che la Calabria diventi l’ultima colonia dell’impero», scrive il consigliere regionale catanzarese in una nota inviata alla stampa. Poi contesta la richiesta della Lega di scegliere tra dieci sindaci azzurri della regione. Anzi rivolge alla Lega un interrogativo: «Ringraziamo l’on. Invernizzi per la sua puntuale ricerca, ma ci chiediamo perché come alternativa ha escluso deputati, senatori, consiglieri regionali, intellettuali di Forza Italia che avrebbero ben titolo a guidare la coalizione».

 

I sostenitori di Occhiuto insistono sull’ipotesi di correre da soli senza la Lega, come avevamo già scritto, bersaglio di queste pressioni ovviamente è Silvio Berlusconi, il quale comunque vede come fumo negli occhi l’ipotesi di rompere con Salvini e la Lega sulla Calabria e in vista della possibilità di elezioni politiche anticipate. Eppure Salvini aveva fatto una proposta ragionevole: Forza Italia può contare su almeno 10 sindaci in gamba, proponetene uno e la Lega lo sosterrà. A tale proposta la Santelli ha risposto con la stessa chiarezza del vecchio detto: «Dove vai? Porto pesci!». Il pasticcio in salsa cosentina diventa rapidamente marmellata, allorquando la coordinatrice regionale propone al leader azzurro un’alternativa alla candidatura di Mario Occhiuto. L’azzurra cosentina, infatti, in una lettera a Silvio Berlusconi propone, invece, la senatrice Fulvia Caligiuri, in subordine, quella del deputato Francesco Cannizzaro, in subordine del subordine, Giuseppe Mangialavori, ma ancora più in subordine, oppure come opzione finale, la Santelli propone la Santelli, della serie “gli ultimi saranno i primi”? 

 

La proposta della senatrice cosentina, chiaramente, più che una proposta finalizzata a sbloccare la situazione politica, suona come una provocazione verso lo stesso Matteo Salvini. La senatrice, infatti, è colei che attraverso un ricorso ha soffiato il seggio calabrese del leader della lega. Provocazione e sgarbo. Proposta, tra l’altro che spiega il senso delle dichiarazioni di Mimmo Tallini. La proposta ovviamente ha due obiettivi: da un lato, tentare di tenere unito il gruppo parlamentare ormai sull’orlo di una crisi di nervi, dall’altro lato, arrivare al vero obiettivo: la candidatura di Iole Santelli. Strategia che proprio da questa testata avevamo in qualche modo anticipato.

 

Insomma, quello che si percepisce, è la tentazione di mettere fuori gioco la Lega. Dagli ambienti vicini alla Santelli e Occhiuto, infatti, auspicano la non partecipazione di Salvini alle elezioni regionali, riproponendo per la Regione lo stesso schema di Lamezia.  Gli occhiutiani, infatti, stanno diffondendo a man bassa l’indiscrezione di un sondaggio commissionato dalla stessa Lega, che preoccuperebbe molto il leader del partito di Alberto da Giussano. In questo sondaggio, secondo i santelliani e gli occhiutiani, la lista Salvini, in Calabria, sarebbe data a poco al di sopra del 10%.  Un dato del genere, secondo tali indiscrezioni preoccuperebbe non poco Matteo Salvini, uno smacco rispetto al 22,06 registrato qualche mese fa alle europee. Tutto ciò, indurrebbe, il “Capitano”, su consiglio della “bestia”, l’agenzia di comunicazione che segue il leader leghista, a non rischiare scivoloni mediatici proprio sulla Calabria.

 

Verità? Illusioni? Speranze azzurre di taglio cosentino? Difficile comprendere dove sta la verità. Tuttavia il tempo stringe. E il rischio che una marcia trionfale si trasformi in un Vietnam è sempre più alto. Difficile, tuttavia, immaginare che un politico dal profilo di Matteo Salvini, il quale può essere accusato di tutto ma tranne del fatto che non sia un combattente instancabile, possa scappare di fronte alle strategie messe in atto dalla Santelli e dagli Occhiuto.

 

Pa.Mo.