Sempre più nubi si addensano sul futuro del sistema aeroportuale calabrese. Il dossier strategico aperto dal Presidente della giunta Regionale un minuto dopo il suo insediamento alla Cittadella è ancora lì, aperto, e rischia di chiudersi con un deludente nulla di fatto che, comunque, avrà delle ripercussioni anche pesanti sull’intero sistema aeroportuale calabrese.  

La trattativa che avrebbe dovuto riportare le quote private in mano alla Regione si è arenata ormai da tempo se si considera l’annuncio di Roberto Occhiuto al Consiglio regionale del 23 dicembre scorso, quando incalzato dalle domande dei consiglieri il Presidente chiarì che non era contemplata la possibilità che il socio privato detenesse la maggioranza assoluta delle quote Sacal. In uno scambio epistolare riservato Occhiuto ebbe rassicurazioni dal socio privato - Lamezia Sviluppo, in capo al lametino renato Caruso, passata dal 29% al 51% all’atto della ricapitalizzazione – della volontà di far tornare tutto come prima.

Il pacchetto di quote fu valutato dal socio privato al valore di 12 milioni di euro, ma il Presidente diede mandato ai tecnici della Regione per la verifica del valore delle quote - da acquistare eventualmente attraverso Fincalabra - e della correttezza della procedura. È evidente che chi aveva il compito di rappresentare la Regione lo ha fatto male, ma il punto cruciale per Occhiuto è diventato anche quello di evitare che la procedura avviata da Enac andasse avanti.

Una procedura che, se non venisse fermata, porterebbe al ritiro delle concessioni per la gestione degli scali di Lamezia Terme, Reggio Calabria e Crotone, con conseguenze non prevedibili sulla funzionalità degli aeroporti e sui livelli occupazionali. E d’altra parte non va neanche dimenticato che i ristori previsti per la Società di gestione aeroportuale calabrese che ha chiuso gli ultimi Bilanci in rosso – imputando ciò alle conseguenze della pandemia – che ammonterebbero a circa 6 milioni di euro, saranno erogati soltanto all'esito della trattativa.

Proprio la trattativa avviata con il socio privato e il passaggio in Consiglio per l’acquisto dell’intero pacchetto attraverso Fincalabra, valsero il rinvio concesso da Enac. Ma da allora di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia.

L’aut aut al socio Privato

Durante la conferenza stampa sui primi cento giorni di governo, Occhiuto è tornato alla carica sulla questione Aeroporti e sull’obiettivo della Regione di acquisire la totalità delle quote del socio privato. Era il 5 febbraio scorso e il presidente mise sul tavolo una sorta di aut aut: «C'è una trattativa che ormai sta diventando estenuante – ha detto Occhiuto-. Ho dichiarato la mia disponibilità ad acquisire le quote dei privati ma a un prezzo congruo. Aspetterò una decina di giorni al massimo, poi se dovesse intervenire la revoca della concessione lavorerò con il ministero delle Infrastrutture e l'Enac per costituire una nuova compagnia per la gestione degli aeroporti, assumendo in questa nuova compagnia tutto il personale di Sacal».

Insomma, come in ogni trattativa, il problema è rappresentato dal prezzo delle quote. Come detto, il privato le ha valutate 12 milioni di euro, ma Occhiuto ha da sempre sostenuto di volerle (ri)acquistare ad un «prezzo congruo». Che, tradotto, significa ad un prezzo base, di certo inferiore a quello proposto. Il socio privato da parte sua conduce la sua partita, probabilmente convinto della bontà delle procedure certificate da Sacal e quindi di un non intervento di Enac. Fatto sta che se Occhiuto passasse dalle parole ai fatti, attendendo l’arrivo della revoca delle concessioni da parte di Enac, la Sacal e di conseguenza il socio privato rimarrebbero con un pugno di mosche in mano.

Fonti autorevoli, vicine al presidente Occhiuto fanno sapere che il tempo sta ormai per scadere. Al massimo tra quattro o cinque giorni la faccenda dovrebbe chiudersi in un modo o nell’altro.

Lo scontro sindacale

Ma la questione Sacal non è solo una questione politica. E come tale rischia di spaccare anche il fronte sindacale. La Cgil da tempo sostiene che sia «necessario ricostruire un percorso di trasparenza», accompagnando questa riflessione con la proposta di revoca della concessione con contestuale nomina di un commissario per il tempo sufficiente per un nuovo bando di gara garantendo l’occupazione di tutti i lavoratori.

Un concetto reiterato l’altro ieri dal segretario generale Filt-Cgil Calabria, Nino Costantino, che ha anche sferzato il presidente Occhiuto per i «tempi rallentati» con cui sta agendo nei confronti di Sacal: «Le Istituzioni (Ministero, Enac, Regione) non possono fare annunci roboanti e ultimatum e – si legge nella nota - concedere poi altro inutile tempo ad una società che sta sempre più distruggendo gli scali di Lamezia, Reggio e Crotone». Per Costantino siamo ad un punto critico dell’attività della Sacal: «Lamezia lamenta in alcuni giorni una ulteriore riduzione inaccettabile dei voli, Reggio e Crotone sono aeroporti fantasma, la gestione dei tre scali è inesistente, gli stagionali hanno saltato la stagione invernale. Con tutta evidenza non è solo un problema derivante dal Covid, sembra quasi una strategia di affossamento del sistema aeroportuale calabrese». Insomma per la Cgil il Presidente Occhiuto deve passare immediatamente dalle parole ai fatti.

La pensa diversamente la UilTrasporti che proprio oggi ha deciso si esprimere la propria posizione sulla questione del sistema aeroportuale calabrese. Lo fa attraverso una nota a firma di Giuseppe Rizzo e Benedetto Cassala che intende mettere al bando le strumentalizzazioni auspicando una maggiore sinergia istituzionale: «La Uiltrasporti, essendo l’organizzazione maggiormente rappresentativa nelle due società che gestiscono il sistema aereoportuale calabrese  - scrivono i due segretari - ritiene che non sia la revoca della concessione lo strumento per risolvere i problemi, sia perché non si conoscerebbero gli effetti della stessa, e sia perché riteniamo non sia né una valutazione, né una prerogativa del sindacato a determinarne la revoca della concessione». Per loro, ciò che serve sono investimenti strutturali, necessari e mirati per rendere competitivi gli scali e non in competizione tra loro.