Partiti provati e scossi dopo la chiusura delle liste. In Consiglio regionale emergono tutte le contraddizioni e le debolezze dell’attuale classe politica. Grandi assenze in Aula in entrambi gli schieramenti. Mancano alcuni dei candidati, ma mancano soprattutto i delusi del centrosinistra. Assenti Ciconte, Battaglia, Nucera per malattia e Aieta che dopo aver presieduto la Commissione “Bilancio” è andato via senza prendere parte ai lavori del Consiglio. Nonostante ci fosse in discussione la definitiva approvazione della legge sulla fusione dei Comuni di Rossano e Corigliano e quella, contestata, sull’incoming turistico.


«Sono assenze che hanno un peso politico» ha tuonato Carlo Guccione, altro grande deluso della competizione elettorale che ha poi lanciato una pesantissima provocazione. «Faccio gli auguri al vicepresidente Viscomi per la candidatura nel mio partito come capolista, ma so che non si tratta di un addio, ma di un arrivederci a fra due anni con la Regione quando darà un grande contributo». Una sorta di pre-incarico alla candidatura di governatore per il dopo Oliverio, ma anche un modo per stanare le manovre che da tempo agitano il centrosinistra. Il governatore, non a caso, è stato tra i primi a brindare per la candidatura del suo vice alle politiche in modo da poterlo allontanare dalla sua giunta. Anche perché erano in atto evidente manovre tra il vicepresidente e parte della maggioranza, con la sponda del presidente del Consiglio Irto, per indebolite la gestione Oliverio.


Le sibilline parole di Guccione, evidentemente provocatorie, non sono state raccolte da nessuno, ma udite da tutti. E provocheranno ulteriori discussioni nel centrosinistra, così come le tante assenze tra gli scranni del Consiglio.


Se Atene piange, Sparta non ride. Il centrodestra non è messo meglio con le presenze in Aula ed evidenzia numerose ferite da candidatura mancata, con Alessandro Nicolò che non ha nascosto il proprio malumore per un’esclusione destinata a far discutere nel partito.


E se Mimmo Tallini ha sparato ad alzo zero sulla maggioranza ed Oliverio ricordando come i provvedimenti in Aula siano stati approvati solo grazie alla presenza dell’opposizione che ha garantito la presenza in Aula, la linea del centrodestra si è annacquata sul finire della seduta. Mentre si alzavano strali sulla legge spot dal sapore elettorale sul turismo, primo dei critici Gianluca Gallo, i consiglieri di centrodestra andavano via dall’Aula. Tanto che il presidente Irto è ha chiamato l’appello per la verifica del numero legale. A quel punto i consiglieri superstiti del centrodestra Gallo, Tallini ed Espostio rientravano al loro posto, consentendo l’approvazione anche dell’incoming. Contestare per approvare, insomma.

Ma le tensioni non finiscono qui. Il capogruppo del Pd Sebi Romeo chiede l’inserimento all’ordine del giorno di una normativa che modifica la legge sul trasporto pubblico locale, ma stavolta è il solito Guccione a innescare la polemica abbandonando l’Aula in segno di dissenso. A quel punto al presidente Irto, considerate ulteriori assenze sopravvenute, non è rimasto altro che sciogliere la seduta per mancanza del numero legale, mandando Oliverio su tutte le furie. Il governatore ha così chiesto ad Irto «considerata l’importanza e la straordinarietà di alcuni provvedimenti, sia convocato d’urgenza, a termini di Statuto e Regolamento. Ognuno si assumerà le responsabilità in quest’Aula - ha detto Oliverio - di esercitare la sua funzione di rappresentanza».

Dopo la conclusione dei lavori, il presidente del Consiglio, Nicola Irto, sentiti i presidenti dei gruppi consiliari, ha convocato l’Assemblea per giovedì primo febbraio (con inizio alle ore 11) per la trattazione dei punti all'ordine del giorno non esaminati.

 

Riccardo Tripepi