Un variegato parterre ha accolto la ministra Maria Elena Boschi a Cosenza, in giro per la regione in un tour dedicato alla riforma costituzionale.


Klaus Algieri, presidente della camera di commercio di Cosenza, Angela Costabile, docente di Psicologia all'Università della Calabria, il governatore della regione Calabria Mario Oliverio, Ernesto Magorno, ed un giovane studente hanno incontrato la ministra per le riforme all'auditorium Guarasci. Tra il pubblico tutti i rappresentanti del Pd Calabrese, da Enza Bruno Bossio a Stefania Covello, i sindaci dei comuni della provincia ed i maggiori rappresentanti istituzionali della città.


Sala gremita e nessuna contestazione se non fuori, su corso Telesio dove un gruppo di giovani appartenenti ad associazioni universitarie e centri sociali hanno protestato pacificamente contro il governo.


Intanto la ministra, attesa in un primo momento nella sede della provincia, all'interno dell'auditorium Guarasci è stata accolta da applausi e consensi.


La riforma Boschi-Renzi indica l'attuazione di un cambiamento che fa paura a molti, spiega la psicologa Angela Costabile e come ogni cambiamento innesca una forma di resistenza. Mario Oliverio oltre a soffermarsi sul superamento del bicameralismo perfetto e sul rapporto tra stato e regioni molto più ordinato dalla riforma costituzionale, chiede alla Calabria una spinta affinché il cambiamento si realizzi partendo proprio dal Mezzogiorno.

 

Maria Elena Boschi chiude gli interventi con un discorso semplice ma puntando dritto al cuore di tanti italiane ed italiani che vede impegnati per portare avanti il cambiamento auspicato: partendo dal bicameralismo che va assolutamente superato, la ministra ha evidenziato i principali punti della costituzioni interessati dalla riforma. Innanzi tutto non saranno toccati i primi 54 articoli, la riforma interesserà infatti la seconda parte della Costituzione, quella necessaria per lo snellimento dell'attuale burocrazia.


Dopo trent'anni sente l'urgenza del cambiamento che non può essere l'oggetto di discussione mascherando la preferenza o meno del presidente del consiglio. Questa riforma non è la bacchetta magica, aggiunge la Boschi, ma una cassetta degli attrezzi con cui iniziare un processo di cambiamento. Il 4 dicembre, infine aggiunge, non è in discussione il futuro del Pd ma quello dell’Italia che soltanto insieme ad una comunità democraticamente impegnata sarà possibile cambiare.

 

Fiorenza Gonzales