Fiorita e Tallini attaccano frontalmente il sindaco-presidente Sergio Abramo sulla spinosa questione delle quote nella società aeroportuale calabrese. Pisano lo difende. Polemica sotto la quale ci cela la guerra per le Comunali 2022
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La spinosa vicenda della mancata ricapitalizzazione della Sacal da parte di Comune e Provincia di Catanzaro (enti di cui è alla testa Sergio Abramo in qualità di sindaco e presidente) con per così dire in scia il Comune di Lamezia, che di fatto apre le porte alla privatizzazione della stessa Spa alla quale è demandata la gestione degli aeroporti calabresi, ha dato il la al solito coro di polemiche. Soprattutto nel capoluogo.
È insomma iniziato il consueto pingpong di “tesi e antitesi”, “accuse e difese” e così via, nell’occasione fra Abramo (peraltro non più proponibile alla carica di sindaco per limite di mandati consecutivi espletati, ma sempre della partita di cui sarà parte in causa) e i suoi avversari interni. Si tratta dei big che alle prossime elezioni saranno a vario titolo rispettivamente protagonisti (o guida) nel centrosinistra, Nicola Fiorita, e probabilmente nel Grande Centro (o roba simile), Mimmo Tallini, ormai ai ferri corti con Forza Italia in cui non si esclude a breve un per certi versi clamoroso commissariamento della segretaria provinciale. Ma questa è un’altra storia, che racconteremo presto. Al momento sta di fatto che il primo cittadino ha, come premesso, ricevuto critiche e appunti, anche da chi fino a qualche tempo fa gli era vicino. Anzi, vicinissimo, con quasi certamente il ruolo di artefice di molte delle condivise vittorie: Tallini, appunto.
Ma iniziamo con ordine dalle frasi abbastanza nette di un ragionamento, di cui si riportano i passaggi più significativi, fatto dal prof Fiorita, che sull’affaire Sacal (e non solo) ha bocciato la persona di cui aspira a essere successore: «Senza aeroporto non c’è sviluppo, come non c’è sviluppo senza porto e stazione ferroviaria. Sembra banale, ma chi governa Comune, Provincia e Regione, ha fatto orecchie da mercante quando, a fine luglio scorso, avevo lanciato il grido d’allarme. Gli enti amministrati da Abramo hanno ritenuto non strategica l’esigenza di mantenere le quote in Sacal, dando di fatto il via libera alla corsa per accaparrarsi quelle invece necessarie a controllare la società. E oggi, a danno conclamato, si punta il dito contro Nino Spirlì, dimostrando come si sia giocata una partita di mero interesse personale e politico. Una vergogna che non può passare sotto silenzio». Parole, nemmeno tutte da noi riportate, come pietre, che nel solito gioco delle parti hanno suscitato la piccata reazione di Giuseppe Pisano. Il riferimento è a un consigliere di Palazzo De Nobili considerato più abramiano del medesimo Abramo e quindi alla bisogna utilizzato alla stregua di un suo portavoce.
Questo, di nuovo in estrema sintesi, il Pisano-pensiero: «L’eterno candidato Fiorita perde per l’ennesima volta l’occasione di tacere e torna alla carica su una vicenda che anche un neofita di questioni amministrative, qual è Fiorita oltretutto, potrebbe facilmente capire. Ma purtroppo, quando uno ha necessità di strumentalizzare ogni questione a fini politici, costringe gli altri a replicare per cancellare ogni falsità. Comunque sia, non è affatto vero che Sacal è stata ritenuta non strategica. Va al contrario rimarcato come Comune e Provincia non abbiano ricapitalizzato perché, a rigor di legge, non avrebbero potuto farlo per non alterare gli equilibri di bilancio, pur restando in possesso delle quote di quello che ritengono un asset strategico». Pisano avrà tuttavia difficoltà a dar dell’inesperto pure a Tallini che, dal canto suo, sull’argomento ha affermato in modo lapidario: «Finché sono stato in Consiglio ho sempre impedito che passasse la logica dell’uscita dalla Sacal».