VIDEO | Dopo aver ricordato il parziale risarcimento morale operato dal presidente Napolitano, nel dibattito andato in scena nella cittadina del Reggino è stata invocata verità su come andarono esattamente le cose in quella notte del 1969
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Su iniziativa della fondazione Girolamo Tripodi, e grazie al contributo di Enzo Marafioti, Polistena ha ospitato Claudia Pinelli, figlia di Pino, l'anarchico ucciso nella questura di Milano nel dicembre 1969. Un dibattito e la proiezione del docufilm "Pino, Vita accidentale di un anarchico" di Claudia Cipriani, hanno attirato un folto pubblico nella sala messa a disposizione dalla comunità Luigi Monti. L’incontro è stato aperto da Michelangelo Tripodi ha collegato l’iniziativa alla volontà di «approfondire una delle stagioni più buie della vita democratica del paese, quando si sviluppò la famigerata “strategia della tensione” promossa dal blocco reazionario che allora veniva definito “il partito dell’avventura” per fermare l’avanzata operaia e studentesca».
Subito dopo è intervenuto il senatore Giuseppe Auddino, che ha detto di essere stato molto «colpito dal docufilm che ha avuto occasione di rivedere un paio di volte e, soprattutto, dalla reazione dignitosa e fiera della moglie e delle figlie di Pino Pinelli». Successivamente ha preso la parola il prof. Giancarlo Costabile, che ha collocato la vicenda Pinelli e le stragi di Stato in quella che lui ha definito “mafia di Stato”.
È poi intervenuta Claudia Pinelli che ha ringraziato la Fondazione Girolamo Tripodi e tutti i presenti. «Un momento importantissimo – ha detto - è stato il riconoscimento del 2009 da parte del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: l’unico atto ufficiale, perché non siamo mai riusciti ad entrare in un tribunale. Ma siamo ancora qui e continuiamo a portare avanti la testimonianza di una storia lunga che ora richiede verità perché la democrazia non si può nutrire di silenzio». Successivamente si è aperto il dibattito e sono intervenuti: Amalia Bruni (Consigliere Regionale, già candidata alla Presidente della Regione), Aldo Polisena (giornalista), Antonella Aricò (sorella di Gianni, uno dei cinque ragazzi anarchici ammazzati nel 1970), Rosaria Tropepe (consigliere comunale di Polistena).