Nomine pubbliche, la Lega attacca Arruzzolo

Si prospetta agitata la seduta del prossimo Consiglio regionale, “sciolto” (e, quindi, in carica per gli affari correnti, quelli costituzionalmente obbligati o quelli legati all’emergenza Covid-19), prevista per venerdì. La Lega si è smarcata da uno dei punti all’ordine del giorno, già frutto di polemiche da parte dell’opposizione, attaccando pubblicamente il Presidente Gianni Arruzzolo.
«Il presidente del Consiglio regionale, senza alcuna intesa in sede di conferenza dei capigruppo, ha deciso di mettere all’ordine del giorno della seduta del prossimo 18 giugno, una serie di nomine. Su questa decisione, come gruppo Lega esprimiamo il nostro totale dissenso, perché la consideriamo assolutamente inopportuna», hanno dichiarato pubblicamente in un comunicato i 4 consiglieri regionali leghisti Tilde Minasi, Pietro Molinaro, Filippo Mancuso e Pietro Raso. «A poco più di tre mesi dalle nuove elezioni – aggiungono - , auspichiamo che il Consiglio regionale ed il presidente rinuncino in modo categorico ad atti che, a prescindere dalle reali intenzioni, possano assumere una connotazione clientelare finalizzata ad acquisire consensi elettorali. Per quanto ci riguarda, riteniamo che sia possibile prendere in considerazione solo le nomine di cui sia dimostrata, in modo puntuale e documentato, la effettiva urgenza ed i danni che produrrebbe il rinvio di pochi mesi. In un momento in cui l’operatività del Consiglio regionale è limitata a provvedimenti di urgenza, ed il contesto socio-economico della Calabria registra una delle fasi più difficili a causa delle problematiche connesse all’emergenza sanitaria, il Consiglio regionale deve concentrare la propria attenzione solo sulle reali emergenze della Calabria. Non ci stiamo ad assecondare metodi vecchi che producono solo terra bruciata».

Leghisti trombati cercano casa

La sequela di nomine pubbliche pre-elettorali, le cosiddette “nomine della 39”, per le quali, come abbiamo già evidenziato l’anno scorso (quando a “tentare” il colpo di mano fu l’ex Presidente del Consiglio regionale Mimmo Tallini), per i vari ruoli dal “lauto gettone” (come i posti nel Consorzio del bergamotto, Fincalabra, garante per la salute, garante per l’infanzia) sono in lizza stuole di politici riciclati o trombati alle elezioni.
Ecco che negli elenchi dei candidati per le nomine pubbliche previste per venerdì, e dalle quali la Lega si è dissociata pubblicamente, spuntano gran parte dei candidati leghisti non eletti alle ultime elezioni regionali.
A bramare la nomina di Presidente dell’ente parco, ad esempio, c’è Nicola Daniele, candidato del collegio centro, con una dote di 1.605 preferenze. È referente provinciale della Lega di Crotone. A competere con lui in quel ruolo anche Mario Carelli, già candidato nel collegio cosentino con un risultato da 2.254 preferenze. Carelli ha fatto domanda anche per essere nominato nel consiglio di amministrazione del Consorzio del bergamotto. Nel 2006 Carelli è stato portaborse del consigliere regionale dello Sdi, Cosimo Cherubini, condannato per associazione mafiosa nell’ambito del processo “Falsa politica” sulla ‘ndrangheta di Siderno.
Le stesse candidature di Carelli le ha avanzate Osvaldo Piacentini, anche lui candidato in quota Lega alle regionali su Cosenza dove ha ottenuto 1.115 preferenze.
Giuseppe Macrì, candidato nel collegio centrale, forte delle 3.173 preferenze ottenute, è divenuto coordinatore provinciale della Lega di Catanzaro. Ora è in lizza per il collegio sindacale di FinCalabra.
Non solo candidati regionali, a fare domanda come componente del Corecom c'è Francesca Anastasia Porpiglia, assessora alle politiche giovanili di Villa San Giovanni in quota Lega (già candidata alle politiche 2018 e alle europee 2019, nonchè al consiglio metropolitano quest’anno) e il padre Vincenzo Salvatore Porpiglia. Quest’ultimo ha fatto domanda anche per la presidenza dell’ente parco.
In lista per la nomina del Corecom, oltre che per revisore dei conti di Calabria Verde c’è anche Giuseppe Roberto Vizzari, ex candidato regionale dell’Udc con 3.656 preferenze (e alle elezioni amministrative reggine a supporto del leghista Nino Minicuci con la lista “Reggio Attiva” dove ha ottenuto 402 preferenze), nominato da Nino Spirlì nel C.d.a. di Fincalabra.
Insomma, una sequela di nomi che stride con la presa di posizione pubblica del quartetto leghista a Palazzo Campanella, ma non è finita.

L’asse Porpiglia-Vizzari-Minasi

Molti si sono meravigliati come il Presidente f.f. Nino Spirlì, con il suo blitz sulle nomine in Fincalabra (spartite con Fratelli D’Italia che si è “presa” Presidente e direttore generale, suscitando le ire del leghista Pietro Molinaro), abbia nominato nel C.d.a. di FinCalabra (con un compenso da 40mila euro l’anno) il commissario Udc della città metropolitana di Reggio Calabria Giuseppe Roberto Vizzari. Alle regionali quest’ultimo tuonava: «Sono convinto che la Calabria che ho in mente è la Calabria che avete in mente anche voi».
Bene, Vizzari è il cugino del citato Enzo Porpiglia (che pure lo ha sostenuto alle ultime regionali, facendo andare su tutte le furie il candidato leghista Giuseppe Pirrotta, che in precedenza aveva sostenuto la figlia, Francesca Porpiglia, alle europee, dove lei ottenne 10.363 preferenze totali). Lo si ricorderà, la figlia Francesca Porpiglia era candidata alla Camera con la Lega nel 2018, mentre la Minasi era candidata al Senato.
Porpiglia padre è ex funzionario della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, emerso alle cronache nazionali perchè nel 2017 la Presidente del collegio del Tribunale del processo “Gotha” Ornella Pastore ha denunciato un suo tentativo di “avvicinamento” per “perorare la causa” di Paolo Romeo, l’ex deputato del Psdi condannato per concorso esterno in associazione mafiosa. L’indagine nei suoi confronti è stata archiviata, ma è stato trasferito d’ufficio. «Non può essere ritenuto mafioso per sempre» avrebbe detto Porpiglia alla giudice parlando di Romeo secondo quanto già emerso dalle cronache nazionali di qualche anno fa.
La moglie di Vizzari, invece, è Romina Cavaggion, portaborse nel 2011 di Giovanni Bilardi, presidente del gruppo consiliare “Scopelliti Presidente”, all’epoca in cui l’attuale capogruppo della Lega in Consiglio regionale, Tilde Minasi era assessora comunale di Reggio Calabria proprio con gli scopellitiani. Due anni dopo, la Cavaggion diventa “supporto tecnico interno” dell’altro ex consigliere regionale scopellitiano, Alfonsino Grillo. Insomma, un legame risalente.

Nel suo curriculum vanta anche l’esperienza come revisora dei conti dell’Asp di Reggio Calabria dal 2012 al 2014. Su quegli anni la Corte dei Conti ha emanato una delibera lo scorso 10 marzo dove viene scritto: «Il caso della Asp di Reggio Calabria costituisce probabilmente un unicum a livello nazionale, dal momento che fin dal 2013 la Asp non approva i bilanci e, conseguentemente, il Collegio sindacale non trasmette le relazioni. La mancata trasmissione di “questionari” e di segnalazioni/relazioni da parte del collegio sindacale dell’Asp, oltre alla difficoltà di reperire dati contabili attendibili, si è di fatto tradotta nella impossibilità di procedere al controllo di legalità finanziaria da parte della Sezione. Questa anomalia non può però dare vita ad una “isola di impunità”, sottraendo ai controlli della magistratura contabile una situazione finanziaria di grave patologia».

Nel suo curriculum non manca quel tocco bipartisan che a Reggio Calabria non manca mai. Nel 2018 viene nominata sindaco unico della Hermes Servizi Metropolitani SRL dal sindaco Giuseppe Falcomatà.
Successivamente, plana in un ruolo molto “sfizioso” per la politica, diviene responsabile dell’ufficio ufficio “Struttura ausiliaria di supporto alle strutture speciali” ossia si occupa delle nomine dei portaborse, dei vari contratti co.co.co., del loro trattamento economico (incluse le indennità di strutture ai dipendenti regionali “prestati” alla politica) e di tutti gli annessi e connessi sotto l’ala del dirigente di settore Antonio Cortellaro.

Anche la Staine è una “minasiana”

L’altra nominata nel c.d.a. di FinCalabra è l’ex candidata cosentina della Lega alle elezioni politiche del 2018 e alle europee del 2019 (con 9.260 preferenze), Emma Staine.
Proveniente dal Movimento per la sovranità nazionale e dal “Polo sovranista”, del trio Francesco Storace-Gianni Alemanno-Giuseppe Scopelliti, nel 2017 è entrata nell’assemblea nazionale della formazione politica di estrema destra insieme proprio a Tilde Minasi.
L’anno successivo, dopo l’esperienza alle politiche, entra nell’associazione “Culturaidentità”. «La bella, elegante e perbene famiglia di CulturaIdentità continua a crescere in Calabria. E, così, a fianco a Tilde Minasi, Vice Responsabile Regionale, (...) arriva, accolta e avvolta dalla mia stima professionale e dal mio affetto personale, Emma Staine, appena nominata Responsabile per la provincia di Cosenza» dichiarò il responsabile regionale Nino Spirlì, colui che l’ha nominata oggi nell’ente in house della Regione Calabria che si occupa di sviluppo del sistema produttivo e piccole e medie imprese calabresi. Tu chiamala, se vuoi, lottizzazione.