Fatica ad animarsi il dibattito politico sui Tre Colli (fra varie “distrazioni”: Covid ed elezione del nuovo Capo dello Stato su tutte) dove l’amministrazione Abramo è protesa a diffondere la narrazione di un quinquennio di gestione della città, solo l’ultimo in ordine di tempo, ricco di successi. La realtà, però, va esaminata non certo con le lenti deformate della pur comprensibile propaganda. Da poco è infatti stato dato avviso dei lavori di «riqualificazione e ripristino» dell’Aula Rossa di Palazzo De Nobili, sede del consiglio comunale. Che, appena sei mesi abbondanti dopo l’avvio della consiliatura ormai arrivata invece agli sgoccioli era divenuta inagibile a causa di un crollo verificatosi a inizio 2018. Da allora i cittadini del capoluogo di regione hanno dunque perso la loro casa pubblica, forse ritrovandola tra qualche tempo. Questo in virtù - fanno sapere dal Municipio di Via Eroi - del via libera all’iter preliminare alla “ricostruzione”.

Un intervento che sembra poter e dover portare, dopo un’attesa fisiologica e possibilmente non biblica, alla soluzione dell’ormai annoso problema. Motivo della lunghissima parentesi d’indisponibilità della più rappresentativa delle sale in città (peraltro ancora aperta chissà per quanto) sebbene i circa 48 mesi trascorsi dal cedimento del controsoffitto? La cifra ingente - fonti ufficiali parlano di quasi un milione di euro, reperiti solo grazie ad Agenda Urbana - per cui necessiterà capire in maniera più particolareggiata le ragioni della maxi-spesa, anche considerando il pregio del luogo con tanto di affreschi (mega-impianti di vari servizi come quello di climatizzazione) e quant’altro.

Ma sono dati che si vedranno meglio, aspettando al contrario di assistere alla partenza dell’agognata ristrutturazione. Intanto, come premesso, la dialettica fra gli schieramenti fa fatica a decollare, parendo il giorno del voto un appuntamento ancora lontano. Sarà per il Coronavirus (guai a chi se lo dimentica); la confusione che, anche e soprattutto per gli echi romani, fa restare le coalizioni strategicamente ingessate o per la frantumazione dei due maggiori schieramenti a livello locale, e forse non solo, ma la campagna elettorale non decolla. Anzi, procede a rilento.

Non manca però qualche eccezione come il botta e risposta sulla stampa fra l’assessore alla Cultura ed ex vicesindaco Ivan Cardamone e l’aspirante successore di Abramo, Nicola Fiorita (in campo per un Nuovo Centrosinistra che al punto in cui siamo deve unicamente registrare il definitivo sì del Partito Democratico), sull’asserita scarsa attrattività dovuta a una serie di deficit fra cui (dal secondo dei protagonisti del dibattito a distanza, naturalmente).

Una tesi che Cardamone ha cercato di confutare con un nutrito elenco di manifestazioni ed eventi svoltisi in città sulla scorta di cui la critica sarebbe infondata. La sensazione, tuttavia, è che in primis il sindaco in carica e poi la Giunta sia al lavoro per salvare il salvabile, presentando le forze e le persone ancora una volta in corsa alle elezioni di giugno prossimo (da cui Abramo è tuttavia escluso in conseguenza dell’incandidabilità per limite di mandati consecutivi raggiunto) con una buona immagine per non essere fagocitati da una sempre più crescente ondata di civismo da cui - come già ricordato ieri - rischiano seriamente di essere travolti.