Nel frullatore impazzito della politica catanzarese, i protagonisti della campagna elettorale per le Amministrative del 2022 sono ormai impegnati in una lotta senza esclusione di colpi. La settimana che si sta per concludere sta infatti contribuendo ad alimentare un avvelenamento del clima, sempre più elettrico. Nervi a fior di pelle, dunque. A riguardo va detto che i duelli social e a mezzo stampa non si contano più e la sensazione è che si stia andando al di là della consueta dialettica politica.

Ultime roventi e nella maggior parte dei casi molto personali polemiche, solo in ordine di tempo, quelle inerenti al porto di Lido e al sorteggio degli scrutatori. Questioni su cui il prof Valerio Donato è stato tirato in ballo per la sua presunta impreparazione, ovvero per il drastico cambio, talvolta del tutto repentino, di opinione su entrambe le delicate faccende e per la verità anche su altro.

Ma non se la passa meglio Nicola Fiorita a cui il fronte donatiano, pur all'insegna del basso profilo, muove contestazioni quasi quotidiane. Certo, se si misura la temperatura ai candidati e maggiorenti impegnati nella contesa, non si può fare a meno di riferirsi alla febbre alta riscontrata nello scontro diretto fra l'aspirante sindaco Antonello Talerico e il leader di Fare pet Catanzaro Sergio Costanzo che, come noto, sostiene il progetto concepito da Donato, di successione di Sergio Abramo.

Primo cittadino il quale, dal canto suo, peraltro non se la passa tanto meglio dopo essere stato subissato di critiche via Facebook in seguito all'aver dato degli ignoranti ai tre-quarti dei componenti della civica assise e chiesto sostegno per il Magna Graecia Film Festival, appello di fronte a cui molti hanno storto la bocca scrivendo pubblicamente che il capoluogo ha assolutamente priorità diverse. Ma se Abramo resta giocoforza ai margini della competizione, essendo uscente e non più in lizza per alcuna carica in ossequio alla legge che impedisce a chi ha già svolto due mandati consecutivi di (ri)proporsi subito per il terzo, gli altri soggetti menzionati, come ad esempio i citati Costanzo e Talerico, sono e restano in campo fronteggiandosi a colpi di sciabola forse anche per interposta persona e in ragione di vecchie ruggini e altrettanto datate questioni irrisolte nello scacchiere politico del capoluogo.

Il primo infatti addebita in sostanza al secondo, anche con toni e accenti molto alti, di essere sostenuto, fra gli altri, da figure di primo piano della nomenclatura che fino a una manciata di anni fa al vertice delle istituzioni e dei maggiori partiti locali. Fin troppo chiaro il riferimento a Claudio Parente e, soprattutto, a Mimmo Tallini. Rispetto a quest'ultimo, però, va detto che in realtà Costanzo ha percorso un lungo pezzo di strada salvo poi rompere in maniera traumatica e per anni impegnarsi in una contrapposizione frontale.

Un'ostilità che, persino al netto di smentite da parte dei diretti interessati, sembrava essere cessata o quantomeno sfumata in occasione della campagna elettorale per le Regionali dello scorso inizio ottobre in occasione del riavvicinamento di Costanzo alla casa madre del centrodestra, coalizione in cui ha storicamente militato. Niente da fare, tuttavia, perché dopo la distensione dell'estate e dell'autunno, i due hanno di nuovo imboccato strade alquanto diverse, riprendendo come premesso a non mostrarsi di certo ottimi amici sebbene il contingente ruolo di avversari.