Prosegue la crisi istituzionale che, dopo oltre 80 giorni dal voto, non ha ancora dato un governo al Paese. Dopo lo stop al governo Lega-Cinque Stelle imposto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dovrebbe essere la volta di Carlo Cottarelli. Il condizionale, però, è d’obbligo visto che l’ex consulente per la spending review non ha una maggioranza in grado di sostenerlo. Tanto che il Capo dello Stato ha preso ancora tempo e qualcuno ipotizza la possibilità di un nuovo governo politico giallo-verde al quale potrebbe aggiungersi, stavolta, anche Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni.

 

Nel frattempo i mercati finanziari traballano e pare quasi scontato che il Paese non potrebbe regger a lungo con un governo senza fiducia delle Camere e dedito soltanto all’ordinaria amministrazione. Ecco perchè i partiti, in attesa delle evoluzioni di un quadro quanto mai magmatico, guardano con attenzione alle possibili elezioni anticipate che potrebbero svolgersi il 29 luglio.

Il Pd è con Mattarella

Il Pd, in Italia come in Calabria, ha deciso: sostegno alla linea Mattarella e campagna elettorale in difesa dell’Europa. Matteo Renzi vede bene Paolo Gentiloni a guidare le truppe e stavolta potrebbe ottenere l’appoggio di Leu. Per una sinistra nuovamente unita e magari in grado di risalire la china. L’idea piace anche a Maurizio Martina e da noi sta benissimo anche a Ernesto Magorno e Mario Oliverio. Il ricompattarsi delle linee, del resto, farebbe bene al partito che ha rischiato di implodere sul congresso e deve affrontare la delicata fase del rush finale di legislatura. Fare peggio del 4 marzo sarebbe poi difficile e comunque gli uscenti Magorno, Bossio e Viscomi avrebbero certezza, o quasi, di ricandidatura.

M55 e Lega in cerca di maggiori consensi

I Cinque Stelle puntano invece ad aumentare i consensi dopo lo schiaffo del presidente della Repubblica e riconfermerebbero, in blocco, i candidati dell’ultima tornata puntando ad eleggerne qualcuno in più. Anche la Lega dovrebbe viaggiare con il vento in poppa, seppure nella nostra Regione dovrà fare i conti con l’arresto dell’ex governatore Giuseppe Scopelliti che, soprattutto a Reggio, ha garantito una cospicua messe di voti. Tilde Minasi e Domenico Furgiuele dovrebbero comunque essere certi di ricandidatura in posizioni utili. Tendenzialmente confermato anche lo schieramento di Fratelli d’Italia seppure si dovrà fare i conti con le aspirazioni della new entry Alessandro Nicolò, che ha aderito alla formazione della Meloni proprio dopo la clamorosa esclusione dalle liste delle politiche di Forza Italia.

 

Proprio nel partito degli azzurri le carte potrebbero essere sparigliate. Il risultato elettorale non ha convinto per nulla Berlusconi, soprattutto in Italia, che aspetta il momento giusto per mettere mano in maniera consistente all’organizzazione del partito. Al momento solo Jole Santelli e Roberto Occhiuto potrebbero dirsi certi di una ricandidatura.

Ferro e Cannizzaro gli indecisi

In questo quadro continua la danza di Wanda Ferro e Francesco Cannizzaro, consiglieri regionali eletti in Parlamento che ancora non hanno scelto per qualche carica optare. Nonostante siano stati dichiarati incompatibili dal Consiglio regionale nella seduta dello scorso 21 maggio.

 

 

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