Sono in diminuzione, nel primo semestre 2022, gli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali. Una tendenza nazionale a cui però non si iscrive la nostra regione che invece fa segnare un aumento dei casi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

A certificarlo è il report dell’Osservatorio del Ministero dell’Interno che analizzando le informazioni che arrivano dalle Prefetture mostra a livello nazionale un decremento del 18,7% essendo stati registrati 300 episodi di intimidazione nel I semestre 2022 rispetto ai 369 dello stesso periodo 2021. Dei 300 episodi riferiti al I semestre 2022 58 (nel I semestre 2021 erano 61) sono riconducibili a matrice di natura privata e 148 risultano di matrice ignota (nel I semestre 2021 erano 189).

La regione che, nel I semestre 2022, ha segnalato il maggior numero di atti intimidatori è stata la Lombardia con 42 eventi (in diminuzione, rispetto ai 52 del I semestre del 2021), seguita da Campania (40/41) e Calabria che rispetto allo scorso anno, quando i casi furono 30, oggi ne registra 33.

La provincia maggiormente interessata dal fenomeno è Napoli (con 26 episodi rispetto ai 20 del 2021), seguita da Crotone passata dai 5 episodi del 2021 ai 16 del primo semestre 2022, e Torino. Ma tra le prime dieci province figura anche Vibo passata dai 4 agli 8 episodi nel giro di un anno.

Se si tiene conto dell’incidenza del numero di intimidazioni in rapporto alla popolazione (quindi ogni 100 mila abitanti): su un totale di 300 casi registrati nel I semestre 2022, la media nazionale è di 0,50 episodi ogni 100 mila abitanti. E tra le prime 5 regioni figura la Calabria che occupa il primo posto, come detto, con 33 casi, quindi 1,69 per 100 mila abitanti. Poi, l’Abruzzo (18 casi = 1,37 per 100 mila), la Sardegna (18 casi = 1,10 per 100 mila), l‘Umbria (7 casi = 0,79 per 100 mila) e la Campania (40 casi = 0,69 per 100 mila).

Se invece si guarda al focus sulle vittime delle intimidazioni, il Report conferma che i destinatari sono ancora i sindaci (153 casi pari al 51%), i consiglieri (63 casi, 21%) e gli assessori comunali (54 casi, 18%).

In Calabria nel primo semestre 2022 sono stati colpiti da intimidazioni 15 sindaci, 5 consiglieri comunali, 6 componenti di una Giunta comunale, un commissario straordinario e infine 5 beni pubblici.

Il modus operandi più frequente nel I semestre 2022 è costituito da classiche modalità di esecuzione, quali i danneggiamenti dei beni pubblici/privati (79 casi = 26,3%); seguono l’invio di missive presso abitazioni/uffici (46 casi = 15,3%), la pubblicazione di contenuti ingiuriosi o minacciosi sui social network/web (46 episodi = 15,3% di cui 21 mediante facebook), le scritte sui muri/imbrattamenti (41 casi = 13,7%), le aggressioni verbali (35 casi = 11,7%), l’utilizzo di materiali/liquidi incendiari (19 casi = 6,3%), le aggressioni fisiche (14 casi = 4,7%), le intrusioni/effrazioni (9 casi = 3%), l’invio di bossoli/proiettili (5 casi = 1,7%), l’invio di parti di animali (3 casi = 1%), l’uso di tv/radio/stampa (2 casi = 0,7%) e l’utilizzo di armi/ordigni/esplosivi (1 caso = 0,3%).

Da gennaio 2022, l’Organismo tecnico realizza un monitoraggio a livello nazionale delle intimidazioni nei confronti degli amministratori regionali attraverso le comunicazioni raccolte dagli Osservatori regionali. Nel I semestre 2022 sono stati registrati 19 atti di intimidazione rivolti ad amministratori regionali. La matrice è riconducibile a tensioni sociali in 7 casi, a tensione politica in 3 e rimane ignota negli altri 9 episodi. Ma la Calabria non rientra in questa speciale classifica.