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Una iniziativa dove ha snocciolato cifre e dati che rivelano criticità nel governo della Regione.
Intanto siamo a un anno dall'elezioni, e come è giusto si fanno i primi bilanci. Il processo di cambiamento e di riforma non è emerso, anzi, sono più gli elementi di continuità rispetto al passato. E noi avevamo ottenuto dai calabresi un grande consenso per iniziare un'opera di riforma radicale della Regione Calabria. Questa iniziativa vuole spingere in avanti questo progetto. Non è contro nessuno, prende atto delle difficoltà, e vuole imprimere quel processo di cambiamento di cui la Calabria ha bisogno. Per cambiare c'è bisogno di coraggio, cominciando dalla governance di chi dirige i dipartimenti, la burocrazia. Coraggio che dobbiamo avere anche sulla questione rifiuti: non possiamo prendere il piano Scopelliti, non possiamo prolungare ulteriormente il commissariamento. Dobbiamo avviare un processo di riforma anche per quanto riguarda la spesa comunitaria, e sfruttare il master plan per il Sud che ci mette a disposizione Renzi, strumento importante che rimette al centro il sud. Lo dobbiamo fare attraverso una classe dirigente, un progetto politico, che seleziona gli obiettivi e le priorità.
Sul Masterplan in qualche modo si lamenta una scarsa partecipazione, considerata la strategicità dello strumento....
Mi sarei aspettato un maggiore coinvolgimento non solo dei dirigenti del Pd, ma dei territori. Bisognava capire in quale direzione andare avanti. Obiettivi che permettano di innovare la Calabria. Ad oggi non riusciamo a capire quali sono le priorità selezionate da parte della Giunta regionale.
In questi mesi la discussione è stata imperniata sulla discussione intorno al rinnovamento della burocrazia. Su questo sono in tanti a denunciare una stagnazione. Oliverio sostiene che bisogna fare le cose nei tempi necessari per non aprire contenziosi. Quando è che, compiutamente, la burocrazia potrà essere adeguata, al nuovo progetto politico?
Io ho azzerato e fatto ruotare tutti i dirigenti del mio dipartimento. Ci vuole la volontà politica, e anche una idea chiara di chi mettere nei posti giusti nell'apparato burocratico. Alcuni dirigenti sono gli stessi da quarant'anni. In questo modo il cambiamento non può andare avanti. Noi dobbiamo imprimere una forte discontinuità dentro gli apparati della Regione. Che non risponde ad assessori e presidente, ma che interpreti bene le volontà della politica.
L'altro argomento caldo è la sanità...
Stop alle liti in sanità. Sappiamo che il presidente non può essere commissario, Renzi ha nominato un commissario. Noi dobbiamo uscire dal piano di rientro. Le liti non creano le condizioni per preparare l'uscita. Ci vuole una unità di intenti tra la Giunta e l'ufficio del commissario per mettere su un piano di un anno e mezzo, un piano per uscire da un piano di rientro, per riportare in Consiglio regionale la competenza sul tema. Le liti sembrano fatte apposta per preservare alcune posizioni di potere.
In conclusione, sia lei che Flora Sculco avete sottolineato che non esiste intento distruttivo rispetto al lavoro della Giunta....
Questo intento non ci può essere, noi siamo nella maggioranza, io sono nel Pd. Ma resto fortemente ancorato al progetto di cambiamento che abbiamo presentato un anno fa ai calabresi. Non mi fermerà di fronte a niente. Il coraggio non mi manca. Non siamo qui per galleggiare, dobbiamo introdurre elementi di forte discontinuità. Oggi abbiamo una opportunità, che sono i fondi comunitari, il masterplan per il sud. Avremo per la Calabria almeno dieci miliardi di euro da qui fino al 2023, una grande opportunità. Non possiamo però avere una classe dirigente che chiede solo assistenzialismo. Su questo chiediamo al presidente Oliverio, alla Giunta e alla maggioranza, coerenza.