Il presidente del Consiglio deve fare i conti con le tensioni scatenate dalla ventilata stretta sull’uso delle captazioni investigative ma non può neppure screditare il guardasigilli. Intanto il magistrato simbolo dell’antimafia ha ribadito la sua ferma contrarietà (ASCOLTA L'AUDIO)
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Il garantismo è terreno da sempre scivoloso, soprattutto se hai di fronte un'emergenza sociale come la criminalità organizzata. Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ne aveva comunque fatto punto politico, volendo a tutti i costi come Guardasigilli un ipergarantista e liberaldemocratico come Carlo Nordio.
Qualcuno oggi parla di un errato calcolo politico visto che la base di Fratelli d’Italia non ha proprio il garantismo nelle sue corde. Così il rapporto fra la premier e il suo ministro sembra essersi incrinato al primo ostacolo ovvero il delicato tema delle intercettazioni. Il decreto che ne limita l'utilizzo ancora non c’è ma già ha sollevato un polverone. Dovuto anche al pressing mediatico del procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri che da tempo, come ha dichiarato anche nel corso della trasmissione Link di LaCapitale, e da ultimo a Rai radio Uno, è da sempre critico verso la riforma. Così la Meloni che ieri era in Algeria per parlare di gas ha fatto una secca retromarcia sui contenuti della riforma.
Il tutto mentre Il Foglio sabato scorso riportava l’indiscrezione secondo cui lo stesso Nordio sarebbe pronto a lasciare il suo incarico e tornare ai suoi amati libri. La situazione politica insomma si sta complicando per il Governo e vedremo da qui a breve quale sarà l’evoluzione. Il tema merita una discussione politica che vada al di là di uno scontro fra guelfi e ghibellini.
Fra le tante cose che ha detto Gratteri una riguarda un tema molto caldo per la Calabria: la pubblica amministrazione. «Le intercettazioni dei reati legati alla pubblica amministrazione - ha detto il procuratore - che fine faranno? Il ministro Nordio e i suoi suggeritori devono sapere che in certe aree geografiche del Paese sono proprio questi reati che permettono alla magistratura di arrivare alla criminalità organizzata». Su questo fronte ci sono state e sono in corso diversi procedimenti che hanno riguardato anche municipalità calabresi importanti. Ma c’è anche chi lamenta un eccesso di zelo della magistratura in questa sfera.
L’altro giorno durante la presentazione della mozione Cuperlo a Lamezia Terme, Mario Oliverio ad esempio ha parlato a lungo di questo tema sostenendo che un'azione sproporzionata della magistratura rischia di rendere meno credibile la sacrosanta e meritoria lotta alla corruzione e al malaffare. Anche in Anci si è discusso molto del tema, con particolare riferimento al nodo dello scioglimento dei comuni per infiltrazioni.
Ecco forse più che conoscere quale sarà il futuro dell’ex magistrato Carlo Nordio sarà più interessante capire che tipo di riforma ha in mente il Governo per contemperare l’efficacia delle attività di indagine e giudiziarie alle garanzie individuali.