Il sindaco di Corigliano Rossano prosegue la sua crociata sul nodo di Tarsia e sottolinea la necessità di programmare gli attraversamenti ferroviari, «opere già scontate 30 anni fa»
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«Quello che sta accadendo in Calabria, con la cancellazione di fatto dell'Alta Velocità, è un passaggio epocale, purtroppo in negativo. L'imbarazzante foglia di fico delle surreali “ragioni tecniche” con le quali è stato cancellato il nodo di Tarsia, esattamente come avevo annunciato molti mesi fa nel silenzio tombale di quasi l'intero arco istituzionale, serviva per celare il taglio dei fondi ed il rinvio a data da destinarsi degli investimenti nella nostra terra. Ormai è un fatto». Lo afferma il sindaco di Corigliano Rossano, Flavio Stasi, in una nota, che da mesi sta portando avanti una crociata sull’alta velocità ferroviaria.
«Che quelle ragioni fossero delle fesserie era chiaro dall'inizio, anche se ho dovuto spesso rispondere alle castronerie di chi, imboccato da qualche guru dell'azienda ferroviaria, sosteneva che il problema fosse campanilistico o, peggio ancora, far passare la ferrovia da qualche “paesino”. Per comprendere quanto fosse illuminato il tracciato interno, aggregatore dell'intera Calabria, sponsorizzato dalla stessa Rfi (prima di questo Governo), nonché coerente con ciò che si sta facendo anche in altre aree – puntualizza il primo cittadino ionico – invito semplicemente a verificare dove si trovi Romagnano, capolinea della tratta Battipaglia-Romagnano, l'ultima linea realmente finanziata della AV al sud. Si tratta di un tracciato di 35 chilometri che costerà 1,8 miliardi Pnrr e comprende 17 viadotti (6 km), 9 gallerie naturali (13 km) e 8 gallerie artificiali (4 km), collegando Contursi, Sicignano, Buccino: cittadine campane bellissime, mica le famose metropoli calabresi di “minasiana” memoria».
L'alta velocità, per Stasi «è una débâcle politica di proporzioni gigantesche del governo nazionale ma soprattutto del pilatesco governo regionale, che quando c'è da fare insediamenti industriali con fondi pubblici vorrebbe passare sopra la testa di chiunque ed ignorare qualsiasi norma; quando c'è da difendere davvero la Calabria a cui stanno scippando 10 miliardi di investimenti, resta totalmente immobile e si limita ad un imbarazzante “mi hanno detto che non si può fare».
Non c'è, però, solo la questione l'alta velocità, ma anche quella legata alla sicurezza, quindi la soppressione dei passaggi a livello, per i quali non ci sarebberofondi. «C'è un partito maggioritario – aggiunge Stasi – quello del sottosviluppo calabrese, che non si rende conto di quanti danni stiano facendo i ritardi decennali degli interventi di ammodernamento della ferrovia, continuando a non stanziare fondi. Le ultime notizie raccontano che, dopo anni di interlocuzione e progettazioni, non ci siano ancora i fondi (né l'intenzione) per la chiusura dei passaggi a livello, fatta eccezione per Sibari e Thurio. Ovviamente il finanziamento di Thurio è stato imposto dalla drammatica tragedia di alcuni mesi fa».
«Non ci si rende conto che le opere di attraversamento della linea ferroviaria non solo sono necessarie per il potenziamento della ferrovia, ma sono improcrastinabili anche per garantire l'integrazione urbanistica delle città, come è avvenuto in tutte le regioni dell'occidente, tranne che in Calabria. Come ci si può stupire del fatto che continuiamo ad essere il fanalino di coda d'Europa se non riusciamo a garantire i fondi per opere che erano scontate già 30 anni fa».
«Credo che sullo sviluppo della nostra terra, ed in particolare sulle infrastrutture ferroviarie, non servano gli inutili annunci ai quali siamo stati abituati in questi anni, ma serva un tavolo istituzionale che coinvolga i Comuni, la Regione ed i Ministeri competenti, andando oltre le divisioni di carattere politico e ragionando su come rendere la nostra terra competitiva, smettendola di accontentarsi delle briciole. L'Amministrazione di Corigliano Rossano – conclude Flavio Stasi – continua ad essere umilmente disponibile a questo tipo di percorso».