Irrompe in piena campagna elettorale per le comunali di Reggio Calabria, l’operazione Helios, che tratteggia un quadro inquietante della gestione della cosa pubblica e aggiunge nuove ombre alle Amministrazioni di tutti i livelli.

Il più alto in grado a finire sotto la lente dei magistrati reggini è l’assessore regionale Domenica Catalfamo, esterna nominata da Jole Santelli su indicazione di Francesco Cannizzaro. Catalfamo, dirigente della Provincia prima e della Città Metropolitana dopo, ha avuto deleghe molto pesanti che spaziano tra Infrastrutture, Trasporti, Urbanistica e Lavori Pubblici.

Il colpo più duro però lo subisce l’Amministrazione Falcomatà che vede coinvolti gli uomini più fidati del primo cittadino che pure è rimasto estraneo all’indagine.

 

Armando Neri

Le accuse. Il vicesindaco è indagato per il reato di induzione indebita a dare o promettere utilità. «Abusando dei pubblici poteri ed esercitando indebite pressioni sui dirigenti della società privata A.V.R. s.p.a induceva l’Amministratore delegato Nardecchia Claudio e a dirigente Gatto Veronica Caterina a dare o promettere a lui o a un terzo l’utilità consistente nell’assunzione del lavoratore Iannello Gaetano Cesare, da lui stesso “raccomandato” presso la società A.V.R. s.p.a. o altra società del gruppo, così procurando al suddetto Iannello l'immediata utilità consistita nel conseguire indebitamente un nuovo rapporto di lavoro retribuito e a sé stesso l'utilità di accrescere il proprio "peso politico" e aumentare il proprio "peso" elettorale».

Il ruolo politico. Vicesindaco di Reggio Calabria, Armando Neri è considerato il braccio destro di Giuseppe Falcomatà. Eletto in Consiglio comunale nella lista “Reset”, una delle liste civiche approntate dal primo cittadino, da subito ha ricoperto ruoli di primo piano all’interno dell’Amministrazione, gestendo nella prima fase della consiliatura anche il Bilancio. Appena un anno fa Falcomatà lo ha voluto come suo uomo nella gestione del sistema di raccolta dei rifiuti per provare a dare una svolta dopo i mille problemi creati dalla differenziata e dal sistema delle discariche sempre in tilt. 

Tra le decisioni assunte nel corso del suo mandato quello di internalizzare il servizio trasferendolo da Avr a Castore, società in house a capitale totalmente pubblico. Una scelta che ha provocato parecchie tensioni nel passaggio di consegne con Avr, di fatto ancora non completato. 

 

Antonino Castorina

Le accuse. «Ai sensi degli artt. 56 e 319-quater c.p., quale pubblico ufficiale e segnatamente quale consigliere della Città Metropolitana di Reggio Calabria con delega, tra l'altro, in materia di Bilancio, abusando della suddetta qualità e dei pubblici poteri ad essa connessi e segnatamente minacciando, talvolta esplicitamente talvolta larvatamente, di assumere una serie di strumentali iniziative vessatorie e potenzialmente pregiudizievoli per la società privata A.S.E. s.p.a. (società che aveva in corso di esecuzione un appalto in materia di manutenzione e gestione integrata della rete stradale provinciale con la Città Metropolitana di Reggio Calabria) quali controlli e ispezioni sugli atti di gestione della suddetta società appaltatrice ovvero una sensibile riduzione dei fondi stanziati in Bilancio per la manutenzione delle strade provinciali, esercitava per il tramite di Domenica Catalfamo indebite pressioni sui dirigenti ed amministratori della suddetta società volte ad ottenere un atteggiamento più compiacente nei confronti delle richieste sue e degli altri amministratori della Città Metropolitana in materia di assunzione del personale, di sponsorizzazioni ed altro, cosi ponendo in essere atti idonei e diretti in modo non equivoco a costringere o comunque ad indurre le suddette persone offese a soddisfare le sue richieste sopra indicate, non riuscendo nel proprio intento per ragioni indipendenti dalla sua volontà ossia per il rifiuto delle suddette persone offese».

Profilo politico. Castorina è’ un altro degli uomini simbolo dell’Amministrazione Giuseppe Falcomatà e del Pd reggino. Ex consigliere provinciale di opposizione durante l’Amministrazione di centrodestra guidata da Giuseppe Raffa, è stato eletto con il Pd in Consiglio comunale alle elezioni che hanno visto la vittoria di Giuseppe Falcomatà. Nel civico consesso riveste il ruolo di capogruppo dei democrat. Ancora più rilevante il suo ruolo all’interno della Città Metropolitana dove ha ricevuto la delega al Bilancio. Insieme ad Armando Neriè stato tra i fautori dell’internalizzazione del servizio della gestione dei rifiuti affidandolo a “Castore” impegnando un milione e seicentomila euro per l’aumento di capitale. All’interno del Pd nazionale è punto di riferimento di Anna Ascani che gli ha affidato il ruolo di coordinatore regionale di Energia Democratica.

 

Giovanni Muraca

Le accuse. «Ai sensi degli artt. 56 e 319-quater c.p. perché, quale pubblico ufficiale e segnatamente quale Assessore del Comune di Reggio Calabria, abusando della suddetta qualità e dei pubblici poteri ad essa connessi e segnatamente minacciando, talvolta esplicitamente talvolta larvatamente, di assumere una serie di strumentali iniziative vessatorie e potenzialmente pregiudizievoli per la società privata A.V.R. s.p.a. dirette a screditare strumentalmente tale società e la qualità dei lavori pubblici in corso di esecuzione, esercitava indebite pressioni sui dirigenti ed amministratori della suddetta società volte a far prorogare il subappalto relativo al ritiro dei rifiuti ingombranti a domicilio in favore della Cooperativa Sociale ROM 1995 o, in alternativa, a riassorbirne almeno parte il personale mediante assunzione all'interno dalla società A.V.R. s.p.a. dopo che il rapporto contrattuale tra l'A.V.R. s.p.a. e la suddetta Cooperativa era cessato in data 1.01.2018 in ragione dell'aumento del canone richiesto dalla subappaltatrice, così ponendo in essere atti idonei e diretti in modo non equivoco a costringere o comunque ad indurre le suddette persone offese a soddisfare le sue richieste sopra indicate, non riuscendo nel proprio intento per ragioni indipendenti dalla sua volontà ossia per il rifiuto delle suddette persone offese».

Sempre per gli stessi articoli Muraca è chiamato a rispondere per le sue condotte di indebita pressione sui vertici A.V.R. volte «a far reintegrare nel personale dell'A.V.R. s.p.a. i coniugi Laface Giuseppe e Sylva Marie Milene, lavoratori licenziati per giusta causa dalla suddetta società soprattutto a causa di continue e prolungate assenze ingiustificate, così ponendo in essere atti idonei e diretti in modo non equivoco a costringere o comunque ad indurre le suddette persone offese ad assecondare le sue richieste e a procurare indebitamente ai citati soggetti un nuovo contratto di lavoro presso l'A. VR. o altra società dalla stessa controllata, non riuscendo nel proprio intento per ragioni indipendenti dalla sua volontà ossia per il rifiuto delle suddette persone offese».

Profilo politico. Giovanni Muraca è’ un altro degli uomini chiave del sindaco Giuseppe Falcomatà. Eletto in Consiglio comunale nella lista civica “La Svolta con Falcomatà” è stato sempre in giunta, fin dal primo giorno dell’Amministrazione pur variando le deleghe ed avendo affidata in origine anche quella all’Ambiente. Attualmente ha sulle sue spalle la delicata delega ai Lavori Pubblici dopo aver ceduto, in occasione dell’ultimo rimpasto dell’esecutivo, la delega all’Ambiente al vicesindaco Armando Neri. 

 

Il più giovane e il più anziano del Consiglio comunale di Reggio Calabria sono rimasti coinvolti nella stessa indagine. Si tratta di Filippo Quartuccio e Rocco Albanese. Il primo, secondo gli inquirenti, avrebbe provato a favorire il padre, mentre il secondo il figlio.

 

Filippo Quartuccio

Le accuse mosse ai sensi degli artt. 56 e 317 c.p. perché, «quale pubblico ufficiale e segnatamente quale consigliere comunale di Reggio Calabria, abusando della suddetta qualità e dei pubblici poteri ad essa connessi e segnatamente minacciando, talvolta esplicitamente talvolta larvatamente, di assumere una serie di strumentali iniziative vessatorie e potenzialmente pregiudizievoli per la società privata A.V.R. s.p.a., quali contestazioni pubbliche al servizio o la formalizzazione di diffide scritte al Settore Qualità Ambientale dirette a screditare strumentalmente tale società e la qualità dei lavori pubblici in corso di esecuzione, esercitava indebite pressioni sui dirigenti ed amministratori della suddetta società volte a far ottenere a suo padre Francesco Quartuccio, già dipendente dall'A.V.R. s.p.a., un incarico di maggior rilievo all’interno della suddetta società, non riuscendo nel proprio intento per ragioni indipendenti dalla sua volontà ossia per la ferma opposizione delle suddette persone offese».

Profilo politico. Eletto nella lista civica “Reset” a sostegno di Giuseppe Falcomatà, Filippo Quartuccio  è diventato anche consigliere metropolitano. E proprio alla Metrocity ha ricevuto la Delega alla Cultura. Passato con Mdp, anche in seguito alla vicinanza politica con l’ex assessore regionale Nino De Gaetano, ha avuto qualche dissapore con il primo cittadino al quale aveva rimesso la delega. Il contrasto, però, è stato presto risolto e Quartuccio ha regolarmente ripreso il ruolo di assessore.

 

Rocco Albanese

Le accuse. «Ai sensi degli artt. 56 e 319-quater c.p. perché, quale pubblico ufficiale e segnatamente quale consigliere comunale di Reggio Calabria, abusando della suddetta qualità e dei pubblici poteri ad essa connessi e segnatamente minacciando, talvolta esplicitamente talvolta larvatamente, di assumere una serie di strumentali iniziative vessatorie e potenzialmente pregiudizievoli per la società privata A.V.R. s.p.a. quali contestazioni pubbliche alla qualità del servizio prestato dall'A.V.R. con particolare riferimento alla pulizia e manutenzione delle caditoie, controlli più rigorosi e stringenti sulla suddetta società e sui lavori pubblici in corso di esecuzione o il diretto intervento del suo Ufficio nel controllo sui servizi svolti dalla A.V.R. esercitava indebite pressioni sui dirigenti ed amministratori della suddetta società volte a far ottenere a suo figlio Sebastiano Albanese, già dipendente dall'A.V.R. s.p.a., un incarico di maggior rilievo all'interno della suddetta società, così ponendo in essere atti idonei e diretti in modo non equivoco ad indurre le suddette persone offese ad assecondare le sue richieste, non riuscendo nel proprio intento per ragioni indipendenti dalla sua volontà ossia per la ferma opposizione delle suddette persone offese».

Profilo politico. Rocco Albanese è il decano del Consiglio comunale di Reggio, eletto nella lista del Pd in cui milita da lunghi anni. Consigliere delegato alla Riscossione e al Contenzioso dal sindaco Giuseppe Falcomatà era attualmente impegnato nella difficile gestione dei tributi comunali anche in seguito alla sospensione degli stessi per l’emergenza sanitaria. 

 

Giovanni Nucera

Le accuse. Ai sensi dell’art. 317 c.p. è chiamato a rispondere perché, quale pubblico ufficiale e segnatamente quale consigliere della Regione Calabria e consigliere della Provincia di Reggio Calabria, abusando delle suddette qualità e dei pubblici poteri ad esse connessi e segnatamente minacciando, talvolta esplicitamente talvolta larvatamente, di assumere una serie di strumentali iniziative vessatorie e potenzialmente pregiudizievoli per la società privata A.V.R. s.p.a. quali richieste di chiarimenti e prospettazione di più stringenti controlli sulle modalità di gestione del personale, la formalizzazione di esposti scritti sui rapporti tra Provincia e A.V.R. s.p.a., l'invocazione dell'applicazione di penali previste dal contratto di appalto e la prospettazione di ispezioni e/o interrogazioni consiliari vertenti sull'attività svolta dalla società appaltatrice, costringeva i dirigenti ed amministratori della suddetta società ad assumere il lavoratore (precedentemente licenziato) Antonino Dascola, da lui stesso "raccomandato", presso la società Autostrade Service s.p.a. facente parte del medesimo gruppo di imprese cosi procurando al Dascola l'immediata utilità consistita nel conseguire indebitamente un rapporto di lavoro retribuito e a se stesso l'utilità di accrescere il proprio "peso politico" e di aumentare il proprio "peso" elettorale».

Profilo politico. Giovanni Nucera è una vecchia conoscenza della politica reggina. Per Rifondazione Comunista ha ricoperto cariche sia nella direzione nazionale che nel coordinamento organizzativo. Dal 2010 al 2011 è stato consigliere provinciale delegato al settore turismo. È stato segretario provinciale di Sel e dal 2011 consigliere provinciale e capogruppo dello stesso partito. Dal 2011 al 2014 è stato vicepresidente dell’amministrazione provinciale di Reggio Calabria. E’ stato eletto consigliere regionale con la lista “La Sinistra” durante l’amministrazione di Mario Oliverio di cui è stato uomo di fiducia avendo la delega, da consigliere, allo Sport e alle Politiche Giovanili.  Il suo passaggio al Pd si è consumato prima delle ultime regionali e con i democrat è stato candidato a sostegno di Pippo Callipo senza riuscire ad essere rieletto.

 

Fabio Scionti

Le accuse. «Ai sensi dell’art. 319-quater co. 1 c.p. perché, quale pubblico ufficiale ed in particolare quale Sindaco del Comune di Taurianova, abusando della suddetta qualità e dei pubblici poteri ad essa connessi e segnatamente minacciando, talvolta esplicitamente talvolta larvatamente, di assumere una serie di strumentali iniziative potenzialmente pregiudizievoli per la società privata A.V.R. s.p.a. e comunque esercitando indebite pressioni sui dirigenti di tale società, induceva l'amministratore delegato a dare o promettere indebitamente a lui o ad un terzo l'utilità consistente nell'assunzione dei lavoratori Oscar Schepis e Francesco Purrone, da lui stesso "raccomandati", presso la società A.V.R. s.p.a. o altra società del gruppo, cosi procurando ai suddetti l'immediata l'utilità consistita nel conseguire indebitamente altrettanti nuovi rapporti di lavoro retribuiti e a se stesso l'utilità di accrescere il proprio "peso politico" e aumentare il proprio "peso" elettorale».

Profilo politico. Fabio Scionti è l’ex sindaco di Taurianova. Eletto da una coalizione di centrosinistra, con il Pd a fare da azionista di maggioranza, è stato costretto a interrompere anzitempo la sua avventura alla guida dell’Amministrazione comunale per l’effetto delle dimissioni contestuali di nove consiglieri comunali nel dicembre del 2019. Decaduto dalla carica di sindaco è uscito anche dal Consiglio Metropolitano dove aveva fin lì occupato gli scranni della maggioranza di Giuseppe Falcomatà. Lo scranno, però, non è evidentemente fortunato in quanto al suo posto in Consiglio Metropolitano entra Domenico Creazzo che si piazza all’opposizione con Fdi e poi viene eletto consigliere regionale, anche se non riuscirà ad insediarsi a causa dell’arresto in seguito all’operazione Eyphemos. Il posto in Consiglio metropolitano è rimasto vacante per l’esaurimento dei nomi disponibili in lista tra arresti, dimissioni e commissariamenti dei Comuni. Insieme ai suoi fedelissimi stava valutando la possibilità di ricandidarsi alle amministrative che si sarebbero dovute svolgere a maggio e che sono state rinviate a causa dell’emergenza Covid.

 

«Non c'entriamo nulla con la 'ndrangheta»

«Piena fiducia nell'operato della magistratura e della squadra Stato. Circa le notizie relative agli avvisi di conclusione dell'indagine Helios, è utile affermare che le nostre posizioni non hanno nulla a che fare con reati di associazione mafiosa, ma con altre ipotesi di reato per le quali ci teniamo, comunque, a ribadire la nostra assoluta estraneità. Naturalmente aspettiamo di conoscere gli atti di indagine. Siamo assolutamente tranquilli e continuemo a lavorare con serenità e a testa alta, combattendo quotidianamente la nostra battaglia per il bene di Reggio e di tutti i reggini». È quanto dichiarano in una nota i rappresentanti dell'amministrazione comunale di Reggio Calabria Rocco Albanese, Antonino Castorina, Giovanni Muraca, Armando Neri e Filippo Quartuccio.